Con la scusa del "nuovo" la politica continua a dare il peggio

Con la scusa del "nuovo" la politica continua a dare il peggio
Con l'etichetta del "nuovo" la politica sta cercando di far passare ogni cosa, mascherando quelle meno digeribili e accettabili sotto la facciata di grandi...

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Con l'etichetta del "nuovo" la politica sta cercando di far passare ogni cosa, mascherando quelle meno digeribili e accettabili sotto la facciata di grandi innovazioni; "camuffando" operazioni che in condizioni normali non si avrebbe neppure il coraggio di proporre. Chi si oppone, chi le critica, viene bollato come "vecchio" e "reazionario": non si entra mai nel merito delle contestazioni per smontarle con argomentazioni serie e concrete; ci si limita a demonizzare gli avversari accusandoli di essere contro il "nuovo". 

Insomma, a suon di slogan, ci si vorrebbe far beffe dei cittadini, approfittando che, affannati come sono dai problemi quotidiani, non sempre hanno il tempo e strumenti adeguati per rendersi conto di ciò che viene fatto alle loro spalle.
Un esempio? Un tempo i posti di governo e sottogoverno delle amministrazioni pubbliche venivano "spartiti" tra le varie componenti: una modalità da sempre criticata, ma che garantiva almeno un pizzico di pluralismo, se non proprio la massima qualità delle scelte.
Ora il "nuovo" ha cambiato linea e spesso è una sola persona a provvedere a tutte le nomine, piazzando cari amici e fidati dipendenti in molti dei ruoli chiave. Tutti bravi, capaci e preparati. I più bravi, non abbiamo dubbi. Sicuramente i più fedeli, sempre pronti ad obbedire alla persona che li ha nominati. Il "nuovo", ahimè, in ogni settore si esprima, pretende consenso unanime e sconfinata adesione, non amando troppo l'analisi e la condivisione ragionata.

Insomma, questo "nuovo" tanto sbandierato ha le sembianze del vecchio insopportabile andazzo: qualche parente nei consigli d'amministrazione, un compagno di vita nel collegio sindacale, manager di fiducia di aziende private promossi a gestire il bene comune. Con il pericolo che, all'insegna di una sbandierata efficienza, a cui tutto può essere sacrificato, la pubblica amministrazione venga gestita in via del tutto privata da una cerchie sempre più ristretta di eletti, che tutto controlla e tutto si spartisce. Se questo è il "nuovo", ne possiamo fare anche a meno. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino