Che vergogna le manganellate agli operai

 Che vergogna le manganellate agli operai
 È uno strano Paese quello in cui vengono caricati dalla polizia e malmenati gli operai che manifestano pacificamente per difendere il proprio lavoro, mentre viene osannato come...

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 È uno strano Paese quello in cui vengono caricati dalla polizia e malmenati gli operai che manifestano pacificamente per difendere il proprio lavoro, mentre viene osannato come grande manager chi sa solo licenziare e trasferire all'estero produzione e sede della società, magari dopo aver incassato per decenni contributi pubblici milionari.
La situazione si fa sempre più tesa per colpa della crisi - o meglio dei cambiamenti strutturali in atto - ma per l'atteggiamento di chi sta gestendo questa fase, dal vertice delle istituzioni e del governo, fomentando di fatto lo scontro sociale ad ogni costo, irridendo e non riconoscendo gli avversari, le minoranze interne ed esterne o più semplicemente chi la pensa in modo diverso e ha l'ardire di dirlo ad alta voce, non piegandosi al coro entusiastico di chi è saltato in gran fretta sul carro del vincitore.
L'opera di delegittimazione è iniziata nell'era Berlusconi contro la magistratura e sta continuando oggi con Renzi, in particolare contro i sindacati. Ma non solo. Con il risultato di gravi fratture nel tessuto sociale e perdita di credibilità delle istituzioni. Il tutto accompagnato da una politica di proclami e slogan utili soltanto per catturare un facile consenso.
Ma una seria politica di riforme non può prescindere dal dialogo e dalla distribuzione dei sacrifici tra tutti, in particolare i più abbienti, tra coloro i quali godono di maggiori privilegi. Cosa che oggi non sta accadendo. 
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Il Gazzettino