74 Locarno, giorni 5-6. Italia convincente Angius e Montagner ok, Medea in parte

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I GIGANTI di Bonifacio Angius (Concorso) – In una casa isolata, da qualche parte, alcuni vecchi amici si ritrovano. Ma le cose precipitano. Cupissimo, pessimista, tragico e senza via di scampo racconto corale, immerso in un buio paradigmatico (si veda il contrasto quasi accecante con i rarissimi momenti esterni), dove i personaggi sono già destinati a soccombere tra rimorsi, sensi di colpa e rimpianti, mentre le nuove generazioni sembrano altrettanto avviate a un destino simile. Angius forse firma il suo film migliore, di sicuro esistenzialmente il suo più geometrico, nel quale scrive, gira, recita, fotografa e monta. Tra le cose migliori del Concorso, assieme all’indonesiano di Edwin. Voto: 7,5.

BROTHERHOOD di Francesco Montagner (Cineasti del Presente) – La fratellanza del titolo è quella di tre fratelli, pastori sui monti bosniaci, rimasti senza padre per quasi due anni, arrestato al ritorno dalla Siria, dov’era andato a combattere. Un racconto di formazione a più voci, scandito dal silenzio (non solo del padre lontano), ma anche da una società patriarcale che plagia l’individuo più debole attraverso un’applicazione rigorosa e punitiva della religione. Il trevigiano-praghese Montagner registra nel corso di diversi anni la trasformazione dei ragazzi, il loro rapporto e le loro speranze. Un cinema del reale forte e disciplinato, forse talvolta un po’ accademico, ma capace di investigare su una realtà non troppo distante da noi, per questo ancora più inquietante. Voto: 7.

MEDEA di Alexander Zeldovich (Concorso) – Ulteriore versione della tragedia di Euripide, diretta con notevole gusto estetico da Zeldovich, con una prima parte di gelido fascino imprevedibile e una seconda dove lo sconfinamento su temi come religione e sessualità diventa pasticciato e non sempre necessario. Un film sull’impossibilità di essere felici, sulla pazzia dei sentimenti, dove catalessi orgasmiche e improvvise deflagrazioni violente si racchiudono in un’architettura spietata nella forma e nei contenuti. Lascia molto di apprezzabile, ma non meno dubbi. Voto: 6,5.

 

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Il Gazzettino