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I piccioni restano un grandissimo rischio per le piantagioni. Costretti a seminare i girasoli due volte a causa dell'attacco dei piccioni che hanno estirpato fino al 75% del seminato, e che predano poi i semi prima del raccolto. A questi si aggiungono poi i cinghiali. Succede in Valdinievole, zona del Pistoiese vocata al girasole, secondo quanto denuncia Coldiretti Pistoia. «Ai piccioni vanno 750mila semi per ogni milione piantato - sottolinea l'associazione in una nota -. Per il girasole la bestia nera è il piccione, che interviene quando le piantine spuntano da terra, estirpandole per mangiarle» e «sia in fase di raccolta dove prelevano i semi direttamente dalle calatidi del girasole maturo». Le aziende di Michela Nieri e Paolo Giorgi sono due delle importanti realtà agricole della Valdinievole, che tra l'altro producono girasoli. «Abbiamo dovuto seminare i girasoli due volte perché i piccioni hanno predato il 75% del seminato», spiega Paolo Giorgi, che è anche vicepresidente di Coldiretti Pistoia.
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«Noi abbiamo perso il 50% del seminato e poi in fase di raccolta i piccioni hanno 'prelevatò il 30% dei semi direttamente dalla calatide dei girasoli», dice Michela Nieri, presidente di Coldiretti Donne Impresa Pistoia. «Abbiamo chiesto e ottenuto interventi sui nostri terreni che hanno portato all'abbattimento di centinaia di piccioni - spiegano Nieri e Giorgi -. Purtroppo il numero di piccioni presenti è così alto che gli interventi, pur tempestivi e numerosi, limitano i danni che però rimangono importanti». Gianfranco Drigo, direttore di Coldiretti Pistoia, sottolinea che «la Regione Toscana ha messo a punto e reso operativi una serie di provvedimenti di contenimento di fauna selvatica che vanno nella giusta direzione. Purtroppo le diverse specie sono in numero tale da rendere indispensabile ripensare l'intera impalcatura normativa a livello nazionale, per ottenere risposte effettive e ridurre ad un numero fisiologico gli animali selvatici nelle nostre campagne e anche nelle nostre città».
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