Il Comune chiude la moschea, 8.000 musulmani da tutta Italia protestano a Monfalcone. La sindaca: «Sfida integralista, non vogliono il dialogo»

Sabato 23 Dicembre 2023, 14:58 - Ultimo aggiornamento: 26 Dicembre, 13:38
Il Comune chiude la moschea, 8.000 musulmani da tutta Italia protestano a Monfalcone. La sindaca: «Sfida integralista, non vogliono il dialogo»
di Redazione web
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MONFALCONE - Il Comune chiude le moschee e in segno di protesta oltre 8.000 musulmani hanno partecipato oggi, 23 dicembre 2023, ad una manifestazione a Monfalcone: si tratta di cittadini, famiglie, lavoratori del posto ed altri arrivati da tutta Italia. Da una parte della città si festeggia il Natale, dall'altra c'è la manifestazione con gli striscioni «Siamo musulmani, siamo monfalconesi e siamo italiani». La sindaca Anna Maria Cisint attacca: «Questa è prevaricazione della comunità musulmana, preoccupano per il loro richiamo all'intolleranza verso l'accettazione». L'unico striscione consentito dagli organizzatori è stato quello con la scritta «siamo tutti Monfalconesi. No alle divisioni», che apriva il corteo. Al microfono è stato chiesto di esporre solo bandiere dell'Italia e dell'Europa. Gruppi sono arrivati da tutto il Nordest ma anche dall'Emilia Romagna e da altre zone. Chiesto a gran voce «il rispetto dei diritti, per chi vive e lavora a Monfalcone. Rispettare i diritti - è stato sottolineato a più riprese - vuol dire consentire l'integrazione».

La manifestazione è iniziata verso le 13 e si è svolta in modo pacifico: le persone sono progressivamente e in modo ordinato defluite dalla zona della mobilitazione dopo la conclusione del corteo e degli interventi dal palco.

La sindaca Cisint: «Modello integralista»

«In questa vigilia natalizia, Monfalcone ha avuto la più evidente dimostrazione della volontà di prevaricazione da parte della comunità musulmana per imporre il proprio modello islamico più integralista. Da un lato, nel centro cittadino e nei quartieri, la voglia di festeggiare il momento più alto della Natività, momento nel quale si riconoscono i principi cristiani che sono alla base della nostra civiltà, dall'altro una indecorosa protesta basata su presupposti inquietanti, che preoccupano per il loro richiamo all'intolleranza verso l'accettazione dei nostri presupposti di convivenza sociale e legalità. Mi hanno profondamente colpito e gratificato - continua Cisint - le moltissime attestazioni di vicinanza per gli attacchi ricevuti in queste settimane e le manifestazioni di affetto ricevute dai tanti cittadini incontrati questa mattina dinanzi al nostro presepe. Oggi, in tanti abbiamo festeggiato l’arrivo del Natale chiarendo con i ‘collegati da remoto’ Salvini e Fedriga e con i ‘presenti’ Gava, Dreosto, Pizzimenti, Calligaris e Callari quali sono le ‘regole d’ingaggio’ necessarie per vivere nel nostro Paese».

«Ai promotori della manifestazione avevo chiesto di avere considerazione per ciò che rappresentano nel nostro Paese questi momenti di festività, che sono espressione di spiritualità e di serenità, e quindi di evitare la forma di protesta scelta, che inevitabilmente si è riflessa sull'ordinaria mobilità cittadina. Si è rifiutato questo invito, così come in precedenza si è rifiutata ogni forma di dialogo e disponibilità da me richiesta negli incontri promossi con i rappresentanti musulmani nella Sala del Consiglio comunale, così come è stata rigettata l'offerta che il parroco dell'oratorio San Michele aveva fatto mettendo a disposizione un luogo per i loro incontri».

«Da mesi, invece - conclude Cisint - prevalgono gli atteggiamenti di una sfida fondamentalista che assume tratti inaccettabili, allorchè si pone in contrasto con le leggi e le norme italiane che tutti i cittadini sono chiamati a rispettare. Vale per l'attività dei centri islamici non in regola con le prescrizioni urbanistiche e sull'incolumità pubblica, così come per le sopraffazioni che vengono poste in essere contro le donne, sino alle espressioni di violenza che inneggiano al terrorismo palestinese. Fa specie che la sinistra abbia scelto di stare ancora dalla parte sbagliata rispetto alla domanda di sicurezza e di legalità della nostra gente. Sbaglia chi pensa di intimidirmi con manifestazioni come quella odierna».

Foto Ansa
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