«Mia sorella uccisa dall’ex a 20 anni». Il 13 febbraio di 64 anni fa il femminicidio di Mestre

Martedì 13 Febbraio 2024, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 07:09

LO SCENARIO

Mestre, nel 1960, è una città in piena crescita. La piazza è solcata dalle 600 Fiat, da filobus e Lambrette. Al cinema tiene banco “Il Mattatore” di Vittorio Gassman e a Tessera si sta costruendo il nuovo aeroporto che sarà inaugurato un anno dopo. Il sottufficiale, che prima di essere assegnato al Lido era di stanza alla caserma di via Miranese, aveva conosciuto Luciana mentre portava i suoi indumenti a lavare da una vicina, in via Rossini. I due si erano conosciuti ed era cominciata una relazione, che con il passare dei mesi era diventata soffocante per la ventenne. Liti, botte, infine la decisione di troncare. Giuseppe era violento e il padre di Luciana, proprio quel giorno, stava andando al Lido per chiedere che l’uomo, originario di Foggia, fosse trasferito. «Mentre era in viaggio - racconta Teresa Macaluso - lo avvisarono di quello che era successo». Attimi che la signora rivive come se fossero appena passati: «Io fui avvisata nel negozio di bomboniere di corso del Popolo dove lavoravo, mentre mio fratello Giuseppe era in ufficio alla Banca Cattolica, all’imbocco di piazza Ferretto». Un vicino di casa, Antonio Mora, viene invitato dalla madre ad andare a vedere cosa sta succedendo fuori e assiste in diretta al suicidio del sottufficiale sulla porta di casa Macaluso.

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