Stop ai migranti, il piano italiano. Renzi: sul Brennero regole da rispettare

Sabato 16 Aprile 2016 di Fabio Morabito
Stop ai migranti, il piano italiano. Renzi: sul Brennero regole da rispettare

ROMA - Un non-paper. O aide-mémorie. Si chiama così, nel linguaggio diplomatico, il documento che Roma ha proposto a Bruxelles. Un promemoria. E questa parola italiana calza bene per indicare un documento informale, non vincolante, e che vuole essere il punto di partenza di una discussione. Una dozzina di paginette che non cristallizzano nulla ma, nelle intenzioni di Palazzo Chigi, vogliono suggerire una strategia, superando la gestione dell'emergenza.

NUOVA PROSPETTIVA
Un documento intitolato “Migration compact”. Le migrazioni verso l'Europa - è scritto - si prevede che durino per decenni. Con una «natura mista dei flussi, composti sia da rifugiati che da migranti economici». Bisogna saper cogliere l'opportunità che questo fenomeno rappresenta, e cioè risorse di sviluppo per un'Europa che invecchia. Ma è necessario cambiare prospettiva: finora la Ue ha guardato al suo interno, invece è necessaria «una più robusta azione esterna». Per venire a capo dell'emergenza, l'Italia propone accordi di cooperazione su misura dei singoli Paesi «partner chiave». Lo strumento suggerito sono finanziamenti tramite eurobond. Ma è una proposta che avrà dei costi importanti, e quindi potrebbe essere indigesta a molti dei 28 Stati dell'Unione. Eppure, proprio perché «ambizioso», secondo il presidente del Consiglio Matteo Renzi il piano proposto può «raggiungere un'ampia convergenza». E in effetti la prima risposta è un tweet incoraggiante del presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk: «Sono d'accordo nel lavorare su un piano ambizioso nella Ue, nel G7 e nel G20 sulla cooperazione con i Paesi terzi, per contenere le migrazioni».

UN MODELLO CONTROVERSO
Roma, da tempo, cerca sostegno in Europa sui migranti, e ora sta ottenendo una solidarietà che in passato era seppellita da critiche e reprimende sulle nostre capacità nel far fronte all'emergenza. Con il Migration compact si vuole prendere spunto dall'accordo già raggiunto tra Ue e Turchia, dove Ankara si vede finanziare per trattenere i migranti che vorrebbero raggiungere l'Europa. Un modello contestatissimo dalle ong e organizzazioni umanitarie, che rilevano l'ipocrisia di affrontare le migrazioni lasciando il dramma fuori dai confini dell'Unione. È ovvio che l'Italia teme più di tutti un'implosione in Libia, dove, secondo il generale Paolo Serra, consigliere militare per l'Onu, ci sono un «milione di potenziali migranti».

«INADEGUATE E MIOPI»
Renzi trova una costante sponda, su questo tema, nel presidente della Repubblica Sergio Mattarella, anche ieri intervenuto definendo «spesso inadeguate e miopi» le risposte che alcuni Paesi «cercano di dare su base individuale». Ora Palazzo Chigi si aspetta un aiuto anche da Federica Mogherini, che ha il ruolo formale di ministro degli Esteri della Ue e che ha già annunciato di voler proporre, se richiesta dal governo di Fayez al Sarraj, una missione navale della Ue nelle acque territoriali della Libia.

E Bruxelles sta incalzando - su imput italiano - Vienna, dopo le ripetute dichiarazioni del governo austriaco di volere uno sbarramento anti-migranti al valico del Brennero. Ieri Renzi ha insistito: «Il Brennero è un simbolo. Non faremo finta di nulla se qualcuno viola le regole». La lettera di spiegazioni chiesta da Bruxelles a Vienna, scritta dal ministro dell'Interno Johanna Mikl-Leitner, è stata recapitata ieri pomeriggio al commissario Ue all'Immigrazione Dimitris Avramopoulos. Mikl-Leitner sostiene di temere il rischio di infiltrazione di terroristi, conseguenza di un «significativo» previsto aumento di profughi diretti verso il Nord Europa. Da qui la necessità di «misure preventive».

Il governo austriaco - che ha annunciato di voler blindare anche il confine con l'Ungheria - deve però fare i conti anche con una fronda interna, il che rafforza la possibilità di un passo indietro nei prossimi giorni.
Sull'emergenza migranti in agenda c'è un vertice tra i ministri della Difesa e degli Esteri dell'Unione europea (dopodomani in Lussemburgo) che si confronteranno in videoconferenza con il premier del governo libico di unità nazionale, Fayez al Sarraj, che ieri si è sentito con Federica Mogherini. Su una cosa in Europa si è d'accordo, e cioè che la Libia sia il fronte più attuale della crisi.

Ultimo aggiornamento: 09:17
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