La proposta di Roma a Bruxelles aiuti all'Africa con gli Eurobond

Sabato 16 Aprile 2016 di Alberto Gentili
La proposta di Roma a Bruxelles aiuti all'Africa con gli Eurobond
ROMA «Questa non è una richiesta d'aiuto per l'Italia. Con questo piano stiamo cercando di salvare l'Europa dall'ondata migratoria». Matteo Renzi questa volta non ci sta a passare per il piantagrane che punta i piedi e strepita.

Nella lettera inviata al presidente della Commissione Jean-Claude Juncker e al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e che accompagna il non-paper intitolato “Migration compact” (soluzione lessicale per rimarcarne l'importanza al pari del Fiscal compact che ha segnato le politiche di bilancio degli ultimi anni), il premier italiano chiede all'Unione europea di «passare dalla fase dell'emergenza, a una gestione ordinata e strategica» del fenomeno migratorio. Sollecita i partner a replicare l'accordo stretto con la Turchia con i Paesi di partenza e transito dei migranti. Propone di «sviluppare un modello di offerta» agli Stati africani che, in cambio di fondi ingenti, dovranno prendere «impegni precisi in termini di efficace controllo delle frontiere, riduzione dei flussi di migranti, cooperazione in materia di rimpatri e riammissioni, rafforzamento del contrasto al traffico di esseri umani». E sollecita l'Unione a «gestire e finanziare un piano straordinario di rimpatri».

LA TRATTATIVA SEGRETA
La lettera e il ”Migration compact” non sono giunti inaspettati a Bruxelles. Il documento è frutto di un lungo lavoro degli sherpa della Commissione e del governo italiano. Tant'è, che Tusk ha immediatamente messo a verbale: «La proposta italiana è la benvenuta. Sono d'accordo nel lavorare a un piano ambizioso per la cooperazione con i Paesi terzi per contenere le migrazioni». E Juncker avrebbe dato la benedizione anche allo strumento proposto da Renzi per finanziare il piano: gli eurobond, le obbligazioni europee che hanno sempre scatenato le ire dei tedeschi. Ma questa volta Angela Merkel, costretta il prossimo anno a rastrellare altri 3 miliardi da dare alla Turchia per arginare l'ondata dei migranti siriani, avrebbe un atteggiamento «decisamente più morbido». Tant'è, che nella lettera Renzi maliziosamente osserva: «Le nuove e innovative fonti di finanziamento saranno utili anche per coprire i costi futuri dell'accordo con la Turchia».

Nel dettaglio, il “Migration compact” è la proposta di «un Grande Patto» con alcuni Paesi africani che dovranno essere individuati dall'Unione, come il Niger, la Tunisia, la Libia «una volta stabilizzata», etc. In questo Patto l'Europa, secondo Renzi, dovrà offrire «progetti d'investimento ad alto impatto sociale e infrastrutturale», degli «Europa-Africa bond per facilitare l'accesso dei Paesi africani ai mercati finanziari, in collaborazione con la Banca europea per gli investimenti». E «opportunità di migrazione legale», creando strumenti per l'accesso di lavoratori al mercato europeo.

In cambio, gli Stati individuati come «partner» dovranno garantire il «controllo delle frontiere e la riduzione dei flussi verso l'Europa», oltre a una «piena collaborazione per i rimpatri e per lo sviluppo di sistemi di riconoscimento biometrici» per anti-terroristi. Infine, gli Stati africani dovranno creare «strutture di accoglienza» dove identificare chi ha diritto all'asilo e chi no e garantire «una lotta comune ai trafficanti» con operazioni svolte insieme «alla Guardia di frontiera europea».

La proposta italiana sarà fatta circolare come non-paper (documento ufficioso) al Consiglio dei ministri degli Esteri di lunedì in Lussemburgo. Ed è lì che Renzi confida nella sponda di Federica Mogherini, l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione.
Ultimo aggiornamento: 09:00