L'Ue boccia l'offerta della May sulla Brexit

Sabato 24 Giugno 2017
L'Ue boccia l'offerta della May sulla Brexit
«Un buon inizio, non ancora una svolta». Angela Merkel accoglie con riserva l'annuncio del premier britannico Theresa May di un'offerta sui diritti dei cittadini europei che risiedono da cinque anni nel Regno Unito. La diffidenza prevale nei capannelli a margine di un Consiglio Europeo che non ha la Brexit all'ordine del giorno ma flussi migratori e sicurezza.
Sui migranti nulla di concreto, solo la conferma dell'appoggio dell'asse franco-tedesco agli allarmi di Italia e Grecia. Spaccata in due la Ue, con Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia restie a collaborare, e la Francia di Macron schierata invece con la Germania della Merkel a fianco del premier italiano Paolo Gentiloni. Nelle conferenze stampa finali del Consiglio Ue prevale il tema della Brexit e quella che la May definisce una proposta «molto seria e giusta», oltre a corredarla di garanzie: «Voglio rassicurare i cittadini dell'Unione Europea che si trovano in Gran Bretagna e vivono e hanno casa nel Regno Unito che nessuno di loro dovrà andarsene, non vogliamo famiglie spaccate in due».
Tiepida però la reazione dei leader europei. La Merkel vede «una lunga strada davanti». Il presidente dell'Unione, il polacco Donald Tusk, definisce come «prima impressione l'offerta britannica al di sotto delle nostre aspettative, rischia di peggiorare la situazione dei nostri cittadini». Restano aperte «migliaia di domande» per il premier olandese Mark Rutte, mentre l'omologo belga Charles Michel parla di «proposta estremamente vaga per qualcosa di incredibilmente complicato». I Paesi Ue rimandano il verdetto alla squadra di negoziatori coordinata dal francese Michel Barnier, che ha già indicato come buchi neri «l'opacità sulla data di decorrenza, le regole sui ricongiungimenti familiari e l'incertezza circa la giurisdizione». Pesa il rifiuto britannico di riconoscere la Corte di Giustizia europea: «Non riesco a immaginare che non venga coinvolta», avverte il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker. Per il premier spagnolo, Rajoi, l'offerta non «suona male, ma poteva suonare meglio». Per Gentiloni il gesto di Londra «è interessante, una dimostrazione di buone intenzioni, ma bisogna verificarlo nel merito e vedere soprattutto come si sviluppano gli altri temi del negoziato». Ovvero gli impegni finanziari di Londra verso la Ue dopo la rottura e la frontiera con l'Irlanda.
Lunedì May preciserà la proposta parlando al Parlamento inglese, anche perché in gioco non sono solo i diritti dei cittadini europei, ma quelli dei britannici nell'Unione (circa un milione e mezzo rispetto agli oltre tre milioni di continentali nel Regno Unito). La May ribadisce comunque l'impegno del suo governo sul fronte migratorio, confermando la determinazione a fermare i flussi illegali e investire 75 milioni di sterline per «i bisogni urgenti umanitari». L'Italia si dice comunque soddisfatta con Gentiloni, perché incassa dichiarazioni di principio importanti: «Ci si accontenta delle partite che si svolgono giorno per giorno». In questi giorni, dice il premier, «non si doveva risolvere il problema dei flussi, ma affermare una serie di concetti» e in particolare l'impegno al rifinanziamento del fondo per l'Africa e più solidarietà coi Paesi di primo approdo, cioè Italia e Grecia.
Resta il rifiuto dell'Est a onorare gli impegni sul ricollocamento dei profughi. A remare contro è il gruppo dei quattro dell'Est, mentre Gentiloni incassa l'accorato sostegno di Macron: «Abbiamo mancato di equilibrio nella solidarietà, non abbiamo ascoltato l'Italia sull'ondata di migranti che stava arrivando, la migrazione è la nostra sfida comune». Merkel invita a «mettersi nei panni di Italia e Grecia». E Juncker accusa: «Gli Stati non stanno facendo abbastanza sui contributi al fondo per l'Africa, su 200 milioni ne hanno messi 89». Ciononostante è stato riconosciuto il principio, secondo Gentiloni, della «cooperazione regionale nelle attività search and rescue, termine piuttosto vago dietro il quale si nasconde il concetto che non può essere solo il Paese di primo arrivo a farsi carico dell'accoglienza dei migranti».
© riproduzione riservata
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci