Centro islamico, è scontro tra Comune e associazione musulmana "Arrahma"

Sabato 16 Marzo 2024 di Davide De Bortoli
Centro islamico, è scontro tra Comune e associazione musulmana "Arrahma"

SAN DONÀ - «Il Comune vigili sul centro islamico che dovrebbe prendere il posto dell'ex sala biliardi in via Monte Popera». La richiesta è dall'associazione "Arch+art" di San Donà, che ha realizzato il vicino parco Scultura in Architettura, e già nell'agosto del 2023 ha inviato una lettera al Comune, quando era circolata la voce dell'insediamento.

Giovedì scorso hanno inviato una mail esprimendo la propria preoccupazione al sindaco Alberto Teso, agli assessori alla Sicurezza Simone Cereser e ai Servizi Sociali Federica Marcuzzo e a tutti i consiglieri comunali.

PREOCCUPAZIONE
L'iniziativa del centro islamico è partita dall'associazione musulmana "Arrahma" che attualmente ha sede in via La Pira. Una delegazione nei giorni scorsi ha consegnato al sindaco Teso un defibrillatore per la città, e a margine dell'incontro si è parlato anche del trasferimento. Il gruppo "Arrahma" ha spiegato di aver acquistato l'ex sala biliardo "Il Cantiere" e di essere in attesa del cambio di destinazione. Ha precisato che intende creare momenti di apertura e condivisione con il resto della comunità sandonatese, proprio per dare un segnale di trasparenza. «Le diverse aziende della zona industriale e artigianale sono preoccupate- scrivono da "Arch+art" - dietro ad alcune realtà si celano veri e propri luoghi di culto. La sede attuale in via La Pira è identificata come "Moschea Arrahma". I rappresentanti di queste realtà si presentano come associazioni culturali per ottenere permessi e autorizzazioni iniziali per insediarsi. Qualsiasi luogo di culto è incompatibile con la pianificazione urbanistica della zona». Altro punto: «Dalla visura catastale l'ex sala biliardi risulta ancora di proprietà della ditta immobiliare Maico di Salgareda. Non vorremmo farci carico di risolvere problemi e conflitti, come è accaduto in passato per la presenza dei Tir nella zona. È più opportuno prevenire talune situazioni, nell'ottica di rendere immune la città da potenziali emergenze di degrado, igiene e ordine pubblico".

LA REPLICA
«L'Amministrazione Comunale non può impedire l'apertura di un centro culturale islamico replica il sindaco Alberto Teso Lo ha ribadito anche una sentenza del Tar del Veneto in merito all'ex supermercato Pam di Mestre acquistato dai bengalesi: se si tratta di ente nel terzo settore non serve l'autorizzazione, basta che la destinazione non sia abitativa, diverso è se si tratta di un luogo di culto. So che la preoccupazione di "Arch+art" è condivisa dalle altre attività della zona. Il Comune vigilerà ma le comunità islamiche non vanno isolate per incentivare l'integrazione e impedire fenomeni di radicalizzazione».
 

Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 12:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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