San Donà. Nuova centrale di biogas, c'è il progetto: riscaldamento per 4.200 famiglie

Sarebbe di ultima generazione per cui non emetterebbe cattivi odori

Domenica 28 Aprile 2024 di Davide De Bortoli
San Donà. Nuova centrale di biogas, c'è il progetto: riscaldamento per 4.200 famiglie

SAN DONÀ (VENEZIA) - Una centrale a biogas in grado di riscaldare il 25% delle case dei sandonatesi. Si tratta di un'iniziativa privata che nei giorni scorsi è arrivata sulla scrivania del sindaco Alberto Teso, che intende sostenerla. Una grande azienda agricola con sede tra San Donà e Ceggia ha presentato il progetto per avviare la produzione di bio-metano che si ottiene con i residui vegetali e in parte dai liquami animali, tra cui pollina, il concime organico fermentato ottenuto delle deiezioni delle galline. Il piano attualmente è al vaglio della Regione, oltre che essere stato presentato al sindaco. «Si tratta di una grande centrale - spiega Teso - permetterebbe di riscaldare 4.200 abitazioni, circa il 25% della famiglie sandonatesi con metano prodotto da scarti di lavorazioni agricole tra cui frumento e granturco che finora vengono inviati a bruciare a Marghera.

In minore parte si tratta di riciclare liquami che arrivano dagli allevamenti, che verrebbero ripuliti e riutilizzati in una centrale di compostaggio».

Centrale di biogas

«Il residuo della lavorazione, oltre che metano, consiste anche nel produrre il concime inodore da usare in campagna. Altro vantaggio, quindi, consiste nel non spargere più il letame sui campi, eliminando i cattivi odori. L'Amministrazione Comunale intende supportare questo nuovo progetto in tutti i modi, per cui ci stiamo lavorando». Ma anche una centrale di biogas non arriverebbe a produrre cattivi odori nella zona? «Si tratta di impianto di ultima generazione che non produce cattivi odori - precisa Teso - sono poche in Italia le centrali realizzate con questi criteri, mi hanno invitato a visitare una struttura analoga esistente a Novellara (Mantova). L'autorizzazione unica per realizzare l'impianto spetta alla Regione, e serviranno alcuni mesi. Si tratterebbe di un grande impianto, siamo ancora al primo step, potrebbe essere pronto nel 2025 e intendo agevolarne la costruzione. Riscaldare tante case con prodotti di scarto significherebbe che non serve più far arrivare il metano dall'estero, e nel contempo riciclare prodotti che sarebbero stati bruciati o in parte sui campi».

Il patto tra sindaci

Nel frattempo anche San Donà ha aderito al patto dei sindaci per "una Pianura Padana che respiri". Teso lunedì scorso era a Milano per sottoscrivere il manifesto assieme ai colleghi delle città della Pianura Padana e i sindaci Luigi Brugnaro di Venezia e Mario Conte di Treviso. Nel documento i primi cittadini si impegnano a sostituire tutte le caldaie comunali a gasolio, piantare nuovi alberi, promuovere misure per contenere e decongestionare il traffico, investire nel trasporto pubblico, incentivare l'uso di mezzi più sostenibili. «Si tratta di una lettera di intenti con misure che a San Donà in parte si stanno già adottando - spiega Teso - tra cui l'accordo con l'università Ca' Foscari per l'individuare le fonti inquinanti, i bus elettrici di Atvo, e appunto, la produzione di energie alternative. Altre misure riguardano la riduzione del traffico che intendiamo declinare in iniziative concrete. Tutto quello che stiamo facendo in tema di sviluppo sostenibile va in questa direzione». I sindaci, quindi, sono pronti a fare la loro parte, impegnandosi a promuovere misure sempre più attente all'ambiente. Nel contempo tutti i primi cittadini sanno che le sole risorse comunali non bastano e chiedono all'Italia e all'Europa fondi straordinari per la sostituzione delle vecchie caldaie obsolete, per migliorare l'efficienza energetica degli edifici pubblici e per la riforestazione urbana. 

Ultimo aggiornamento: 29 Aprile, 08:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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