San Donà di Piave. Orrori in Casa di riposo: risarcimenti per 750mila euro. Ma i condannati non potranno pagare

Mercoledì 31 Gennaio 2024 di Roberta Brunetti
Cartelli in Consiglio comunale issati dai parenti di alcune delle vittime dei maltrattamenti nei mesi scorsi

SAN DONA' DI PIAVE (VENEZIA) - La cifra è cospicua: oltre 750mila euro di risarcimenti che, sulla carta, dovrebbero essere versati subito a un gruppo di familiari ed enti costituiti parte civile nel processo per quella che è stata definita la casa di riposo degli orrori, la “Monumento ai caduti” di San Donà di Piave. È la cosiddetta provvisionale fissata dal giudice penale, insieme alle condanne, in attesa del giudizio civile. Ma che in questo caso difficilmente potrà essere versata dai cinque condannati, tutti ex operatori socio sanitari, senza disponibilità di simili somme. C’è anche questo aspetto nella sentenza con cui il giudice per l’udienza preliminare di Venezia, Benedetta Vitolo, ha chiuso quella che con ogni probabilità sarà solo la prima tappa di un procedimento travagliato. La sentenza, letta lunedì sera, ha ridimensionato le pene richieste dalla Procura (dai quasi 38 anni complessivi si è scesi a poco più di 23), scatenando l’indignazione dei familiari. Ma anche in Procura l’insoddisfazione per la decisione è grande. Insomma la prospettiva di un ricorso in appello è molto concreta.

LA DECISIONE

In attesa delle motivazioni, per cui il giudice si è dato 90 giorni, ieri le parti hanno fatto copia del dispositivo della sentenza, che già chiarisce altri dettagli della decisione. Per tutti gli imputati il giudice ha escluso il concorso, limitando le condanne solo agli episodi più recenti, per cui ci sono i filmati di maltrattamenti e violenze. Così per Barresi, l’unico accusato, oltre che di maltrattamenti, anche di violenze sessuali ai danni di ospiti inermi, la condanna è scesa a 8 anni. Ma il nodo più controverso è quello relativo all’aggravante della morte di una paziente, che era stata contestata come conseguenza dei maltrattamenti agli altri quattro imputati: in particolare a Fabio Danieli e Maria Grazia Badalamenti, la coppia con il maggior numero di imputazioni, nonché a Margie Rosiglioni e Anna Pollazzon.

Il pm Andrea Petroni si era battuto per questa aggravante, forte della stessa perizia disposta dal giudice che confermava il nesso di casualità tra le percosse ricevute dall’anziana e il successivo decesso. L’anziana aveva una ventina di fratture alle coste, lividi ovunque, e aveva raccontato lei stessa delle botte ricevute. Nesso contestato, però, dalle difese, con una serie di dubbi sollevati quando erano stati sentiti i periti. E forse questo è stato uno dei passaggi che ha convinto il giudice a escludere l’aggravante. Di qui le condanne “scontate”, solo per i singoli episodi: a 6 e 5 anni, rispettivamente per Danieli e Badalamenti, a 2 anni e 4 mesi a testa per Rosiglioni e Pollazzon.

I RISARCIMENTI

Il giudice li ha poi tutti condannati al risarcimento delle parti civili, escludendo però i familiari non direttamente coinvolti negli episodi di maltrattamenti. E ha fissato delle provvisionali differenziate, in attesa del giudizio civile: da un minimo di 10mila, previsti per gli enti (Isvo, Ulss 4 e Regione, nonché Comune di San Donà, costituitosi però solo contro Barresi) e per vari familiari, a un massimo di 25.000 per i congiunti dell’anziana percossa e deceduta. Cifre che moltiplicate per i cinque imputati arrivano appunto ad un totale di oltre 750mila euro.

LE REAZIONI

Decisione, si è detto, che ha scontentato Procura e parti civili. Soddisfazione, al contrario, tra le difese. «É caduta un po’ tutta la costruzione dell’accusa del clima da lager - commenta l’avvocato Alberto Zannier, difensore di Danieli - Ci sono stati degli episodi di maltrattamenti ed è giusto che paghino per quello che hanno commesso, ma l’ambiente di lavoro era oggettivamente invivibile, con organici dimezzati, mancanza di infermieri, turni massacranti. Anche questo è emerso dal processo». Se ne riparlerà in appello, a cui già annuncia di voler ricorrere il difensore di Barresi, l’avvocato Giorgio Pietramala, per tornare a chiedere la perizia psichiatrica. Barresi già stato condannato per un’altra violenza sessuale ad un’anziana ospite di una Rsa psichiatrica, nell’Agordino, nel 2022 assolto in appello. Poi assunto a San Donà di Piave. Ora nuovamente condannato.

Ultimo aggiornamento: 17:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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