(m.a.) Il tribunale del riesame ha respinto l'istanza di scarcerazione presentata da Pierangelo Capuzzo, collaboratore tecnico in forza all'Ufficio immigrazione della Questura (attualmente sospeso dall'incarico), e dal broker assicurativo cinese Xinmiao Chen. Secondo l'accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Sergio Dini titolare delle indagini, Capuzzo con la collaborazione dell'asiatico avrebbe rilasciato tre permessi di soggiorno a cittadini cinesi in cambio di denaro. All'Ufficio immigrazione della questura i cinesi godevano di corsie preferenziali. Era sempre il broker ad accompagnarli da Capuzzo. E risolvevano le pratiche in tempi record, anche saltando le code in occasione del primo appuntamento. Le Fiamme gialle, insieme agli uomini della Squadra mobile, stanno setacciando in lungo e in largo i conti del poliziotto, analizzando tutte le movimentazioni bancarie. Stando ad una prima stima, il giochetto dei permessi di soggiorno avrebbe permesso a Capuzzo di mettere da parte la bellezza di sessantamila euro. L'assistente incontrava il broker cinese in un luogo appartato, il parcheggio di un bar in via Morosini, una laterale di via Piovese, a due passi dalla tangenziale sudest. Capuzzo davanti al pm Dini ha ammesso di aver intascato tangenti, in numero superiore alle mazzette contestate nell'ordinanza di custodia cautelare che l'hanno spedito in cella al Due Palazzi.
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