VICENZA - Sette anni di reclusione e quasi un miliardo di confisca del denaro utilizzato per commettere il reato e qualora non possibile la confisca per equivalente di beni personali dell'imputato. Questa la pena all'ex direttore generale della Popolare di Vicenza inflitta dal collegio presieduto dal giudice Chiara Cuzzi all'ex direttore generale Samuele Sorato.
La pena più alta perché per l'accusa Sorato sarebbe stato il dominus della mala gestione della banca ma anche per la manca collaborazione dell'imputato che non ha mai partecipato ad una sola udienza. La posizione dell'ex dg era stata stralciata dal filone principale d'indagine a causa delle sue gravi condizioni di salute. Una condizione quella di Sorato, difeso dagli avvocati Alberto Berardi e Fabio Pinelli, che sarebbe stata usata, secondo l'accusa, per evitare di essere processato e al centro anche di alcune indagini della procura che hanno portato a documentare alcuni spostamenti in auto dell'imputato come quella relativa al giorno prima di un'udienza dove i finanzieri hanno registrato un viaggio da Venezia a Milano compiuto in 2 ore e 13 minuti. Superato il legittimo impedimento è iniziato così il processo.