Il malumore della costa italiana stavolta rompe gli argini. I Comuni del G20 spiagge (i centri del Belpaese con la maggior presenza turistica, tra i quali sei località venete e due friulane) hanno indirizzato una lettera molto dura al governo, contestando in sostanza di essere completamente tagliati fuori dai bandi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
IN STATO D'ALLERTA
«I sindaci del G20Spiagge - si legge nel testo - sono in stato d'allerta provocato dalla frequenza con cui i nuovi bandi stanno uscendo e dal fatto che non ne sono coinvolti: sanno che se vogliono portare risorse indispensabili per i loro territori è urgente operare ora. Temi come la rigenerazione urbana, lo smaltimento dei rifiuti, il verde e la transizione ecologica devono trovare investimenti adeguati nel PNRR». Un passaggio chiave è relativo alla criticità spesso ignorata dei comuni balneari che in estate devono affrontare una pressione spaventosa senza uomini e mezzi per fronteggiarla (basti pensare, banalmente, agli organici delle Polizie locali): «Le amministrazioni locali non hanno risorse adeguate a garantire servizi per comunità che aumentano fino a 20 volte nel corso della stagione estiva».
STRATEGIE COMUNI
Un elemento sottolineato con forza è che i comuni della costa italiana sono stati tra i primi ad aderire a una delle principali richieste del Pnrr, ovvero la necessità di fare un lavoro di squadra. «Come è possibile - si chiede Roberta Nesto, sindaca di Cavallino-Treporti e coordinatrice del G20 spiagge - non coinvolgere attivamente nella redazione dei bandi i comuni del G20Spiagge? In questi anni abbiamo costruito una serie di strategie comuni che rappresentano, nei fatti, proprio lo spirito richiesto dal PNRR sia rispetto alla necessità di nuove idee e investimenti sia nell'attuare forme di coordinamento tra enti pubblici e tra gli stessi e i privati». Invece il PNRR, basandosi solo dati demografici, ha assegnato il ruolo di soggetti attuatori ai comuni di maggiori dimensioni e alle città metropolitane.
«In questa situazione - chiosa Valerio Zoggia, sindaco di Jesolo - rischiamo che degli investimenti strategici non coinvolgano un settore importante come quello del turismo. Senza investimenti non riusciremo a realizzare le infrastrutture necessarie ai nostri territori per continuare a rimanere competitivi a livello internazionale: oggi un turista sceglie le destinazioni facilmente raggiungibili, dotate di servizi e infrastrutture». I sindaci - conclude il documento - «sia nelle loro regioni che all'interno delle forze politiche che rappresentano sui territori, sono attualmente impegnati per modificare l'assetto strutturale del PNRR e renderlo affine alle esigenze del comparto, allargando la possibilità della redazione dei bandi». Di qui la richiesta al governo da parte dei sindaci del G20 (tra essi le friulane Grado e Lignano e le venete Bibione, Caorle, Jesolo, Cavallino-Treporti, Chioggia e Rosolina) di un incontro urgente per raddrizzare la situazione.