Vendetta dei borseggiatori, marinaio Actv aggredito con lo spray

Domenica 12 Novembre 2023 di Michele Fullin
Un vaporetto a Venezia

VENEZIA - Avvisare la gente della presenza di borseggiatori può essere molto pericoloso. Lo ha imparato a proprie spese un dipendente di Actv, l’azienda del trasporto pubblico di Venezia. Venerdì sera dopo aver avvertito una turista a cui stavano per aprire lo zaino, l’uomo è stato puntato da una banda formata da tre omaccioni e una donna e colpito con spray al peperoncino per poterlo meglio picchiare. Non è andata così, ma è un segnale di come con la presenza di uomini la multinazionale dei borseggi (che poi ha radici tra Bosnia e Romania) si sia fatta più aggressiva e minacciosa. Chi resiste al furto o lo segnala, rischia grosso.
L’allarme viene dato ancora una volta dall’associazione “Cittadini non distratti”, che da oltre trent’anni si occupa di disturbare (quando non impedire) l’attività dei borseggiatori che arrivano a Venezia a decine per volta attratti dal ricchissimo mercato di turisti che, in una città senza automobili e considerata non pericolosa, abbassano volentieri la guardia.


L’AGGRESSIONE
L’episodio dello spray al peperoncino risale alla tarda serata di venerdì a piazzale Roma da qualche tempo diventato una zona infestata da ladri e spacciatori.
«All’incirca sulle 22.30 di venerdì - racconta uno dei “non distratti” più attivi sul territorio - ho incontrato un marinaio che raccontava di questa aggressione.

Aveva da poco sventato un borseggio a piazzale Roma da parte di 3 uomini e una donna ai danni di una turista. Lui aveva avvertito verbalmente la vittima e il furto era sfumato. I tre uomini allora hanno aggredito verbalmente il marinaio e uno di loro lo ha preso per lo zaino alle spalle strattonandolo mentre un altro gli spruzzava spray al peperoncino sul viso. Lui ha raccontato di essere riuscito a resistere e a chiamare i carabinieri. Al loro arrivo, però, i malviventi erano già andati via. Tutte le sere - proseguono - succedono se ne vedono tutti i colori in questa zona e le bande di borseggiatori stanno in zona anche dopo le 23.30 perché ci sono ancora molti turisti che devono andare verso gli hotel e le case di Mestre».


TANTE AGGRESSIONI
Il fatto è che le aggressioni a chi sventa borseggi sono quasi all’ordine del giorno.
Ne sa qualcosa Franco Dei Rossi, uno dei componenti da più tempo in attività dei “Non distratti”. Le cicatrici per lui sono medaglie e l’ultima in ordine di tempo risale a meno di un mese fa quando è stato colpito con un pugno al volto da un bangladese il cui lavoro consiste solitamente nel vendere illegalmente cibo per piccioni in piazza San Marco e trattenere il resto, specie se pagano bambini. Era appena accaduta una cosa simile e, fermato, non voleva accettare di essere portato in caserma.
Anche l’anima social del gruppo, Monica Poli, capace di catalizzare milioni di visualizzazioni con i suoi video su TikTok e Instagram, sei anni fa se l’era vista brutta. Il 19 agosto 2017 era stata aggredita dietro piazza San Marco da alcune borseggiatrici, stanche di farsi rovinare i colpi dalla donna che avvertiva i passanti. L’avevano colpita in faccia con l’ombrello e le avevano strappato alcuni ciuffi di capelli.
Adesso, però, alle donne incinte che era possibile affrontare, sono subentrati uomini grandi e grossi. E uno di questi, comparso negli ultimi giorni a Venezia, è un gigante di almeno due metri sbarcato da poco dalla Romania il cui scopo è quello di intimidire gli avversari. E sembra riuscirci benissimo perché nessuno al momento intende affrontarlo.


IMPUNITÀ LEGALE
A questo hanno portato anni di sostanziale impunità dei borseggiatori. Prima con l’utilizzo di donne costantemente incinte o con bambini molto piccoli che consentono loro di evitare la custodia in carcere. Poi la riforma Cartabia di fatto ha depenalizzato il borseggio.
Senza la formalizzazione di una denuncia da parte della vittima (di solito un turista proveniente da Paesi lontani) e poi la sua presenza fisica al processo purtroppo salta tutto. E nel caso in cui il turista voglia comparire, all’avvocato basterà chiedere i termini a difesa. E il processo slitta di almeno un mese rendendo vano ogni altro tentativo. E qui l’assenza della parte lesa equivale a una remissione di querela.

Ultimo aggiornamento: 10:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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