La difesa di Turetta e la strategia per evitare l'ergastolo: infermità mentale. «Bisogna capire fino in fondo cosa c’è stato nella sua mente»

Giovedì 23 Novembre 2023 di Valentina Errante
A sinistra Filippo Turetta, a destra il suo avvocato Emanuele Compagno

VENEZIA - E alla fine sarà una perizia psichiatrica. La strategia difensiva che intende intraprendere Emanuele Compagno, il legale di Filippo Turetta, era già stata chiara sin dall’inizio. Era emersa immediatamente, dalle parole del papà Filippo e ora l’avvocato la conferma: non esclude, dice, di chiedere una perizia psichiatrica sul giovane: «Perché dovremmo escludere - ha sottolineato - di ricorrere a una perizia? Questo non per esonerare il ragazzo da ogni responsabilità, ma per capire davvero fino in fondo che cosa c’è stato nella mente». Sembra l’unica via per il ragazzo che ha ucciso a coltellate Giulia Cecchettin, l’ha butatta in un fosso e poi è fuggito.

L’accusa

Adesso è probabile che sia la stessa procura di Venezia, che domani potrebbe già interrogare l’indagato, dopo il rientro in Italia, a chiederla a un esperto. Ma è chiaro, che la difesa, dopo la richiesta di un processo con rito immediato da parte dei pm, o quella di rinvio a giudizio, solleciterà i giudici a nominare professionisti terzi, che non siano dell’accusa, per verificare le capacità di intendere e di volere del giovane al momento dei fatti. 

Il legale

Si punta tutto sul fatto che fino al sequestro e all’omicidio di Giulia, Filippo fosse un ragazzo modello: «Una perizia psichiatrica - dice Compagno - può essere utile per verificare cosa sia successo. È molto presto per pensarci, però è ovvio che se ce ne sarà bisogno la faremo. È un aspetto che va indagato perché nessuno finora aveva avuto alcun sospetto su Filippo, decritto come un giovane dedito allo studio e allo sport, un ragazzo d’oro che aiutava gli altri», ha sottolineato il legale. Una via per evitare l’ergastolo all’indagato. 

Il padre 

E anche il padre di Filippo è sulla stessa linea. L’unica spiegazione che riesce a darsi è che il figlio sia impazzito. «Mi sembra impossibile. Ma poi dicono dello scotch, del coltello, non so cosa pensare...forse voleva sequestrarla per non farle dare la tesi e poi la situazione è degenerata. Secondo noi, gli è scoppiata qualche vena in testa. Non c’è davvero una spiegazione», ha dichiarato Nicola Turetta in un’intervista al Corriere della Sera. E ha aggiunto: «Parlano di possesso, maschilismo, incapacità di accettare che lei fosse più brava di lui. Non è assolutamente niente di tutto questo. Io sono convinto che qualcosa nel suo cervello non abbia più funzionato». E il papà respinge, in questo solco, anche l’ipotesi della premeditazione: «Secondo noi era in stato confusionale.

Ha vagato senza una meta, non è tornato perché probabilmente aveva paura. Segno che non aveva un piano».

La politica

E sulla questione ‘ipotesi di una perizia psichiatrica interviene anche la politica: «Chiedere la perizia psichiatrica per Filippo Turetta, che noi avevamo abbondantemente anticipato, è un pieno diritto della difesa ma è l’ennesimo oltraggio alla memoria di Giulia Cecchettin», commenta Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera e primo firmatario della proposta di legge di modifica degli articoli 88 e 89 del codice penale che disciplinano l’infermità e la seminfermità mentale. «Ho sempre difeso il diritto di difesa - aggiunge - e ho sempre combattuto la suburra della piazza che invoca giacobinismi insopportabili, ma chiedere la perizia psichiatrica significa esattamente fare le stesse cose fatte nel passato. Filippo non è “matto”- ma è un ragazzo che ha compiuto un assassinio feroce. Purtroppo se non si approverà la nostra proposta di legge sulla discriminante psicotica usciranno sempre fantomatici disturbi dì personalità per invocare sconti di pena. Io mi auguro da liberale che un giorno Filippo rinasca a una nuova vita: è successo con tanti terroristi e criminali e il carcere deve servire a questo ma chiedere la perizia è qualcosa di inaccettabile». 

Ultimo aggiornamento: 12:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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