Bocciato dai professori, il Tar del Veneto lo promuove. 19enne diplomato con il minimo dei voti

Il Tar del Veneto ha accolto il ricorso di uno studente respinto alla maturità

Venerdì 25 Agosto 2023 di Mauro Favaro
Bocciato dai professori, il Tar del Veneto lo promuove

VENEZIA - I prof lo avevano bocciato alla maturità. Ma per il Tar del Veneto senza motivare a dovere la decisione, in particolare il salto all’indietro dal miglioramento dell’ultimo quadrimestre a un orale bollato come disastroso. E ora, dopo più di un anno, ha imposto alla scuola di assegnargli il diploma con il voto di 60 su cento. Il protagonista della vicenda passata dalle classi alle aule del tribunale è un 19enne veneziano che nel luglio del 2022 era stato fermato a un passo dall’uscita dall’istituto tecnico industriale Levi-Ponti di Mirano, indirizzo manutenzione e assistenza tecnica. Il voto non aveva lasciato speranze: 54 su cento. Sei punti in meno del minimo. Lo studente, però, non ha ripetuto l’anno e ha presentato ricorso con l’assistenza dell’avvocato Andrea Michielan dell’omonimo studio legale di Mogliano, specializzato in diritto amministrativo.
«Ero stato presentato alla maturità con 36 crediti su 50 – ha spiegato – e il divario tra i risultati positivi nel corso dell’anno e quello negativo della prova orale era stato incomprensibile». Alla fine i giudici sono arrivati alla stessa conclusione. La sentenza del Tar pubblicata mercoledì impone alla scuola di attribuirgli “il diploma con assegnazione del minimo punteggio utile a tale scopo”.
«Si tratta di un caso emblematico. Il ministro Giuseppe Valditara dice che i giudici non devono decidere nel merito. Ma questi rappresentano l’ultimo baluardo davanti a ingiustizie – sottolinea l’avvocato Michielan – a fronte di una ingiustizia del genere, che vede violato il rapporto di fiducia con gli insegnanti, si subisce anche un contraccolpo psicologico. E non escludiamo una richiesta di danni».

La scuola di Mirano, dal canto proprio, preferisce non commentare.


I FATTI
Andiamo con ordine. Il giudizio di ammissione del 19enne alla maturità era relativamente buono: “Nel complesso lo studente è riuscito a raggiungere gli obiettivi didattici mostrando conoscenze articolate e abilità essenziali”. Poi tutto è ruotato attorno all’orale. La commissione (a maggioranza) gli aveva affibbiato 5 su 25. Gravemente insufficiente. Sommando tutti i crediti, non si andava oltre al 54. Nel primo ricorso al Tar contro la scuola di Mirano e il ministero dell’Istruzione, il ragazzo ha lamentato in particolare il non corretto utilizzo dei criteri di giudizio e l’assegnazione di un punteggio “contraddittorio e illogico”. Lo scorso settembre la domanda cautelare è stata respinta. Poi c’è stato l’appello al Consiglio di Stato, che ha imposto una rivalutazione della prova orale. All’inizio la scuola pensava di dover ripetere il colloquio. Superato l’impasse, in gennaio la commissione è tornata a riunirsi. Confermando la bocciatura. Nel verbale si evidenzia che nella seconda prova scritta, quella di indirizzo, il ragazzo aveva ottenuto 4 su 10, che all’orale le risposte alle domande di italiano e storia non erano state soddisfacenti e che per il resto, tra le materie di indirizzo e inglese, aveva fatto scena muta. Dalla rivalutazione, sei mesi dopo l’esame, paradossalmente sono usciti giudizi ancora più negativi di prima per italiano, storia, educazione civica e l’ex alternanza scuola-lavoro. Lo studente ha impugnato anche la “seconda” bocciatura davanti al Tar evidenziando che la commissione non poteva rielaborare giudizi già consacrati. Ed è qui che la giustizia amministrativa ha messo il punto.

Studentessa con 5 insufficienze ammessa alla maturità per volere del Tar e bocciata dai prof


LA MOTIVAZIONE
“La commissione non ha tenuto conto, come richiestole dal Consiglio di Stato, dell’oggettivo miglioramento che caratterizzando l’andamento scolastico avrebbe dovuto essere contrapposto agli esiti non sempre soddisfacenti della prova d’esame, peraltro inficiata dallo stato d’ansia che avrebbe pervaso il candidato compromettendone il rendimento – si legge nella sentenza del Tar – né ha fornito ragionevoli ragguagli in merito all’eccessivo divario che si pone tra le positive valutazioni conseguite nel corso di studi e il risultato negativo della prova orale”. “Senza considerare che avrebbe dovuto tenere conto anche dell’esiguità del punteggio ancora necessario per il superamento dell’esame”, si aggiunge. Insomma, mancava pure poco. Per il Tar proprio la mancanza di una motivazione adeguata indica che non ci sono motivi per non dare il diploma al 19enne. Così si è arrivati all’annullamento della bocciatura. “L’amministrazione scolastica dovrà limitarsi a una mera attività materiale – concludono i giudici – consistente nell’attribuzione al ricorrente del diploma di maturità corrispondente al corso di studi seguito, con assegnazione del minimo punteggio utile a tale scopo”. Cioè dandogli i 6 punti mancanti per portare il voto al minimo di 60 su 100. Che vuol dire diploma in tasca. 

Ultimo aggiornamento: 26 Agosto, 13:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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