Matematica, esame senza carta e penna: insegnanti bocciati fanno ricorso. Il Tar lo respinge

I candidati hanno fatto i calcoli scrivendo su mani e braccia

Giovedì 29 Giugno 2023 di Angela Pederiva
Concorso senza carta e penna

Divieto di usare carta e penna al concorso per insegnanti di matematica. Dappertutto, tranne che a Rovigo, dove la percentuale di promossi un anno fa era stata più alta della media registrata in Veneto, per quanto comunque modesta: 13,5% anziché 4,5%. Su questo assunto, quattro partecipanti risultati poi esclusi avevano presentato ricorso al Tar, che però ha bocciato anche le loro impugnazioni, in quanto quella proibizione «costituisce una scelta indicativa della volontà di elevare il livello di difficoltà delle prove selettive scientifiche».

La prova

Di quella prova scritta per la classe A026, avvenuta nelle varie province venete il 4 maggio 2022, i canali social di Orizzonte Scuola riportano tuttora testimonianze eloquenti. Per esempio: «Mi sono ritrovato a scrivere, immaginariamente, con le dita sul banco». Oppure: «Ho usato il codice fiscale e le dita per rappresentare il piano cartesiano e le figure geometriche». E ancora: «Niente carta, ma penne appositamente distribuite dalla commissione per scriversi sulle mani e sulle braccia sì, sembra impossibile eppure è vero». Lo documentano le foto circolate, mostrando i calcoli e i disegni scarabocchiati su palmi e avambracci. Il test consisteva in 50 domande a cui dare risposta via computer in 100 minuti, scegliendo quella esatta fra 4 caselle da barrare con il mouse, su materie come geometria euclidea e cartesiana, logica e insiemistica, aritmetica e algebra, funzioni e successioni, probabilità e statistica. «I quesiti sono stati redatti in modo da non necessitare l'uso di carta da scrivere e penna», era stato precisato in una nota ministeriale, rilanciata dal dirigente regionale Giorgio Corà, viste le numerose richieste di chiarimento avanzate dai candidati, dato che negli anni precedenti erano sempre stati permessi i calcoli a mano.

L'eccezione

Così sarebbe avvenuto ancora a Rovigo, stando alla ricostruzione dei quattro ricorrenti, depennati nell'estate scorsa dalla graduatoria dopo una revisione dei punteggi.

Per questo era stato chiesto l'annullamento del provvedimento di esclusione, nonché l'accertamento dell'illegittimità del divieto di uso di carta e penna, sulla base di una consulenza tecnica di parte secondo cui quella proibizione aveva «comportato un allungamento dei tempi di elaborazione e ed una minore affidabilità delle risposte». Ma il riferimento all'eccezione polesana non è bastato a convincere il Tribunale amministrativo regionale: «I ricorrenti non pongono a supporto della censura delle prove oggettive da cui si ricavi che effettivamente nella sede ubicata nella Provincia di Rovigo sia stato ammesso l'utilizzo di carta e penna in violazione delle disposizioni ministeriali, né provano che una tale eventualità sarebbe stata idonea ad incidere sul risultato delle prove la loro svolte». In ogni caso i giudici hanno rimarcato che «la legittimità dell'operato dell'Amministrazione non può comunque essere inficiata dall'eventuale illegittimità compiuta in altra situazione». Quanto alla decisione di aumentare il livello di difficoltà dell'esame, per i giudici «rientra nella piena discrezionalità della pubblica Amministrazione la scelta delle modalità di espletamento delle prove selettive dei candidati partecipanti al concorso indetto per il reclutamento di docenti da impiegare presso gli istituti scolastici». Ad ogni modo pressoché in tutta Italia le bocciature hanno superato la quota del 90%. 

Ultimo aggiornamento: 30 Giugno, 10:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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