SAN ZENONE DEGLI EZZELINI - Espulso il padre dell'alunno di una scuola di San Zenone che aveva inneggiato agli attentati dell'Isis a Parigi, dicendo in classe: «Hanno fatto bene! Adesso andiamo a Roma e ammazziamo il Papa! Viva l'Isis». Si tratta di un cittadino macedone di 39 anni, Ljimani Redjep, nato a Otlja, residente nella Marca e impiegato in una ditta di imballaggi. A firmare il decreto, il 67esimo per motivi di prevenzione del terrorismo, il ministro dell'Interno Angelino Alfano, restano in Italia invece la moglie e i due figli. L'uomo è risultato inserito, dal 2014, in un circuito relazionale costituito da soggetti, di origine balcanica, accomunati da un credo radicale islamista, attestati su posizioni oltranzistiche ed ideologie di stampo wahabita, caratterizzate dalla assoluta chiusura agli usi e ai costumi occidentali. Profondo conoscitore del jihadismo e rigoroso osservante dei rigidi dettami della dottrina salafita, il macedone ha evidenziato chiari elementi di radicalizzazione, espressi anche con un cambiamento in chiave antioccidentale del modus vivendi, anche a livello estetico. Ljimani era "responsabile sociale" dell'Associazione Culturale Islamica "Fratellanza" dal 2012 e, dopo i recenti attacchi terroristici a Parigi, aveva rifiutato di aderire all'iniziativa delle associazioni islamiche di diffondere un comunicato di solidarietà alla Francia e di disapprovazione nei confronti del terrorismo.
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