Bersagliera, Marcandole e la dinastia dei Rorato: dove la tradizione siede a tavola

La storica trattoria del Basso Piave è stata cresciuta passo dopo passo dal capostipite Giancarlo

Domenica 12 Marzo 2023 di Cristiana Sparvoli
La Bersagliera, storico locale di Giancarlo Rorato
«Di recente con amici abbiamo scoperto una trattoria sulle rive del Basso Piave intitolata Alle Marcandole, per certo pesce così chiamato che si pesca in quelle acque. Questo nome mi risonava a ogni istante interrogativo, mi domandavo perché questo pesce, in certo modo simile alle sardine, avesse questo strano nome. Per molti giorni si telefonava alla padrona della trattoria Alle Marcandole per essere sicuri di poterle trovare nella lista delle pietanze e sempre rispondeva che ancora non le avevano pescate non essendo ancora risalite dal mare. Infine ebbi una illuminazione fulminea: marcandole significa che vengono dal mare. Una sera senza essere sicuri che le marcandole fossero arrivate dal mare fino dentro al corso del Piave, si decise con amici di andare in quella trattoria. Eravamo in parecchi e quando si entrò non vi era alcuno seduto per mangiare e la cucina sembrava spenta». Così narrava lo scrittore trevigiano Giovanni Comisso nell'articolo "Filologo in trattoria", pubblicato nella "Gazzetta del Popolo" il 2 giugno 1964.
La comitiva dello scrittore, quella sera, non degustò il pesce di fiume (noto anche come lasca o treggia) da cui la trattoria prendeva il nome, ma i cannelloni alla Rossini e le tinche ripiene. Il racconto di Comisso "nobilita" la storia della trattoria di Salgareda (Treviso), la cui fondazione è datata 1931. In origine apparteneva alla famiglia Burighel, che vi avviò prima l'osteria e il negozio di alimentari. Con il tempo diventò un rinomato ristorante di pesce; nel marzo del 1992 fu acquistato da Giancarlo Rorato, che ne affidò la piena conduzione ai giovani figli Roberta e Alessandro, mentre lui restava a Romanziol (Noventa di Piave), al comando della rinomata Bersagliera, tipica osteria e trattoria veneta (con bottega di "casoin"), coadiuvato dalla moglie Santina e dal figlio Nerio, gestore dell'annesso albergo ricavato nella cinquecentesca villa dei veneziani Da Mula.
«Io avevo 23 anni e 21 mio fratello Alessandro. Papà Giancarlo ci ha dato in mano il ristorante e ci ha detto "fate voi", o meglio "rangeve". Lui era partito da zero negli anni Sessanta, con il primo negozio di alimentari a Romanziol, e intuiva che anche noi ce l'avremmo fatta», racconta Roberta Rorato, tra le più note ristoratrici trevigiane e attuale signora delle Marcandole: «Fino ad allora io avevo dato un mano nel bar di famiglia, non sapevo nulla di ristorazione. All'inizio eravamo solo io, Alessandro e un cuoco. Poi ho cominciato ad andare a vedere come lavoravano gli altri ristoranti e i loro menu. Abbiamo plasmato le Marcandole a modo nostro, un passo dopo l'altro, ed è andata sempre meglio. Il ristorante era noto già da prima per la cucina di pesce e noi l'abbiamo mantenuta. Una cucina classica e semplice, all'inizio, poi nel tempo ci siamo aggiornati e formati, il nostro stile si è evoluto ed innovato. Dal 2005 siamo entrati anche nel mondo del catering, settore per cui abbiamo creato un'apposita squadra di collaboratori».
Circa due anni fa si è consumata la separazione consensuale tra i fratelli Rorato: Alessandro è andato alla Bersagliera ad affiancare l'anziano papà Giancarlo (scomparso il 5 agosto 2022 ad 82 anni); Roberta è rimasta al timone delle Marcandole di Salgareda e delle Marcandole al Mare, ovvero l'ex Terrazza Mare davanti al faro di Jesolo Lido, rilevata nel 2016 insieme al marito Roberto Bardella, ristoratore jesolano. Nella cucina di Salgareda ha regnato a lungo il cuoco Luciano Puppin, che ha accresciuto la solida fama delle Marcandole con le specialità di mare tradizionali e l'alta qualità della materia prima.
Sei anni fa c'è stata una decisiva svolta. Ai fornelli è arrivato Valdemaro Leonetti, cuoco di Vodo di Cadore che ha lasciato il "Rosapetra" di Cortina ed è sceso in pianura per amore. «Valdemaro si era innamorato di una ragazza di queste parti. Il primo ristorante a cui mandò il suo curriculum è stato il nostro. Adesso è con noi da sei anni e sta facendo un lavoro egregio. Si può dire che Luciano fosse la tradizione, mentre Valdemaro è l'innovazione», prosegue Roberta Rorato, che nel 2013 ha accolto la proposta di far entrare il suo ristorante nello storico "club" del Cocofungo e Cocoradicchio. Con ottimismo, stringendo i denti, la famiglia Rorato ha superato anche il "momentaccio" del lockdown ed è giunta l'ora di un'altra svolta, dopo la divisione da Alessandro: il totale restyling del ristorante, interno ed esterno. «Dal 15 marzo e fino a settembre qui ci sarà un cantiere aperto, ma continueremo a lavorare ugualmente utilizzando l'ingresso laterale», conclude Roberta.
«Era da tempo che volevo fare dei cambiamenti e di sfruttare gli spazi non utilizzati. Quel che voglio da questo nuovo progetto è che i clienti si sentano come a casa loro».
Ultimo aggiornamento: 13 Marzo, 10:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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