Giada e gli attimi di terrore: «C'ero anch'io all'Isola dei Morti, avrebbe potuto uccidere me»

Venerdì 25 Giugno 2021 di Serena De Salvador
Giada,29enne di Col San Martino

FARRA DI SOLIGO - «Se invece di quella povera ragazza avesse incrociato me, a quest’ora potrei essere morta io». Giada, 29 anni, vive a Col San Martino, Fabrizio Biscaro non lo conosceva, ma mentre il 34enne uccideva con venti coltellate Elisa Campeol sul greto del Piave, anche lei si trovava all’Isola dei morti e suo malgrado è stata involontaria testimone della tragedia.

Un episodio che ha segnato l’intero paese, dove tantissimi sono i frequentatori abituali dell’oasi verde di Moriago della Battaglia.

IL RACCONTO
«Mercoledì in tarda mattinata sono passata a prendere un’amica che vive poco lontano dall’Isola dei morti. Poi volevamo andare in quella zona a passeggiare –racconta la ragazza–. Andando verso casa sua ho incrociato una pattuglia dei carabinieri. Non è frequente a quell’ora da quelle parti e mi sono sorpresa ma non ci ho pensato più di tanto. Poi ne ho vista un’altra, seguita da un’automedica, dopo aver caricato in auto l’altra ragazza. A quel punto ho capito che qualcosa doveva essere successo. Pensavo a un incidente, magari qualcuno che avesse rischiato di annegare anche se l’acqua in questo periodo è poca». Nulla che potesse però far presagire la reale portata del dramma. «Quando siamo arrivate all’ingresso del parco, abbiamo parcheggiato e imboccato un sentiero secondario. Con quello siamo arrivate a piedi nello spiazzo del monumento. Lì abbiamo incrociato alcuni carabinieri che mi hanno chiesto se avessi visto qualcuno scappare di corsa. Ho detto di no e loro non sono scesi nei dettagli, ma mi hanno intimato di non muovermi. Ho capito che stava accadendo qualcosa di grave». A quel punto la paura è cresciuta. «Mentre eravamo in disparte ho notato un uomo piuttosto anziano vestito di rosso e sono corsa ad avvisare i carabinieri, ma hanno detto che cercavano un uomo con una maglietta blu e delle scritte bianche. Poi ho sentito atterrare l’eliambulanza, ho visto il capannello di gente giù sul greto. Stavano rianimando quella povera ragazza. Solo allora ho compreso davvero. Non ho avuto il coraggio di avvicinarmi. Ero terrorizzata perché ho realizzato solo a posteriori che quello che cercavano era l’assassino, che se mi avesse incrociata nel bosco avrebbe potuto uccidere anche me».

LE REAZIONI
«Non possono succedere cose del genere –aggiungono Enzo, Matteo e Nicola insieme all’altra amica e barista al Due di giori, anche lei di nome Giada–. Quella zona si sa che la sera è meglio non frequentarla, circolano persone molto poco raccomandabili. Ma una donna non può e non deve avere paura a uscire da sola. I genitori di quel ragazzo vengono spesso al bar la mattina, sono persone riservate ma sempre gentili, lui invece non si vede mai. Ma se questo ragazzo aveva dei disagi così profondi, era necessario accorgersene». «La notizia si è diffusa a macchia d’olio in paese da mercoledì sera, non si parlava d’altro. Eppure siamo costrette a sentire persone che dicono che lei era lì da sola, quasi come se la fosse cercata –aggiungono le due Giada–. Questo non è tollerabile. Nel 2021 una donna deve essere libera di fare tutto ciò che vuole, esattamente come chiunque. Fabrizio in paese si sa chi è, ha frequentato le elementari e le medie qui a Farra insieme ad alcuni nostri fratelli, sorelle, cugini. Eppure dall’adolescenza tutti hanno perso di fatto le sue tracce –proseguono i ragazzi–. Non aveva un giro di amicizie in questa zona, niente parrocchia, niente Grest o altre attività. Non sapevamo nemmeno che avesse dei problemi psicologici così gravi».
 

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Ultimo aggiornamento: 26 Giugno, 09:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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