Molinetto della croda, due persone
indagate per omicidio colposo plurimo

Sabato 31 Ottobre 2015 di Giuliano Pavan
Molinetto della croda, due persone indagate per omicidio colposo plurimo
A quindici mesi di distanza dalla tragedia del Molinetto della Croda, la Procura di Treviso ha iscritto due persone nel registro degli indagati. Immutate le ipotesi di reato: omicidio colposo plurimo e disastro colposo. Che a questo punto non sono più a carico di ignoti. Segno che gli accertamenti degli inquirenti hanno portato a ipotizzare responsabilità specifiche a carico delle due persone al momento coinvolte. «Sono state individuate due persone che abbiamo ragione di ritenere che possano avere un coinvolgimento nella vicenda - ha dichiarato il procuratore Michele Dalla Costa -. Quale sia il livello di coinvolgimento, e se questo sarà provato, sarà l'esito dell'ulteriore attività d'indagine. Al momento il magistrato che sta svolgendo le indagini ha necessità di avere altra documentazione relativa all'attuazione dei piani regolatori sulla zona per capire la destinazione d'uso e l'utilizzo della zona in cui si è verificato il fatto. Le iscrizioni - conclude il procuratore - non è un atto dovuto ma necessitato».

Nessun avviso di garanzia è stato ancora notificato, ma di certo c'è che le indagini non sono ancora concluse. Il fine è quello di stabilire se la tragedia potesse essere evitata e qualcuno abbia avuto responsabilità per la morte di Maurizio Lot, 52 anni, collaboratore della Pro Loco di Refrontolo, Luciano Stella, 54 anni, gommista di Pieve di Soligo, Giannino Breda di Falzè di Piave e Fabrizio Bortolin di Ponte della Priula, tutti travolti e uccisi dalla furia del torrente Lierza. L'area rimase sotto sequestro per 23 giorni e per diversi mesi i periti nominati dalla Procura (un idrologo, un geologo e un ingegnere idraulico) hanno studiato a fondo i rilievi urgenti e irripetibili effettuati nell'immediatezza della tragedia e hanno depositato sul tavolo del pm una corposa relazione che ha preso in esame ogni aspetto. Il loro compito è stato quello di verificare lo stato dei luoghi, analizzare la portata del torrente e stabilire se ci siano state o meno opere di modifica del corso del Lierza che potessero aver causato, anche indirettamente, l'ondata di piena che ha travolto la tensostruttura, distruggendola, dove si stava tenendo la «Festa dei Omeni» con circa una novantina di partecipanti. La Procura ha anche utilizzato un drone che ha scattato, da un'altezza di 300 metri, foto ad altissima definizione per monitorare con precisione il bacino idrico e le altre eventuali anomalie del corso d'acqua.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci