Treviso. L'intelligenza artificiale leggerà le mammografie: «Scendono i tempi e le liste d'attesa»

Giovedì 11 Gennaio 2024 di Mauro Favaro
Treviso. L'intelligenza artificiale leggerà le mammografie: «Scendono i tempi e le liste d'attesa»

TREVISO - «Con l’intelligenza artificiale una delle due letture delle mammografie potrà essere fatta direttamente dal computer. I nuovi sistemi velocizzeranno le procedure. Abbiamo già delle esperienze. Siamo stati il secondo gruppo in Europa ad avere un software con intelligenza artificiale nell’ambito della mammografia. Oggi tra l’altro è difficile trovare mammografisti, poterne impiegare solo uno per valutare le immagini concentrandosi anche sulle lesioni indicate dalla tecnologia rappresenterà un grande aiuto». L’orizzonte è tracciato da Giovanni Morana, direttore dell’unità di radiologia diagnostica dell’ospedale di Treviso. Domani sera farà il punto della situazione nell’incontro “Intelligenza artificiale tra medico e paziente” organizzato dal Lions nell’hotel Al Fogher. Tra i punti di riferimento c’è proprio il “cervellone” che confrontando ogni esame con oltre 1,3 milioni di indagini già validate, per ora senza sostituire medici, ha già permesso di individuare più tumori, passando da una media di 6,5 a oltre 8 casi su 1.000 mammografie eseguite (+23%). Ma non è che il primo passo.

Dottor Morana, il futuro della medicina passa per l’intelligenza artificiale?

«Coinvolgerà progressivamente tutte le specialità. Ci stiamo calando nella nuova realtà dell’infosfera. Ci sono immense quantità di dati digitali che possono essere elaborate solo da computer in grado di fare miliardi di calcoli al secondo. In campo medico questo ci consentirà di risparmiare energie e di sfruttare al meglio le macchine. Non solo, c’è anche una democratizzazione della sanità».


In che senso?
«La possibilità di avere le informazioni nel cloud permetterà a qualsiasi ospedale di accedere alle più importanti elaborazioni. Non ci sarà più bisogno di andare negli ospedali più grossi. Anche quelli medio-piccoli potranno avere tutte le informazioni utili».


Così le liste d’attesa potranno essere ridotte al minimo?
«Si stanno sviluppando algoritmi che permettono di dimezzare il tempo di esecuzione degli esami. Nel giro di un’ora si potranno fare 4 pazienti invece di 2. In questo senso sì. Per quanto riguarda le liste d’attesa, poi, ci sono tanti altri fattori da considerare. Altrimenti non si capirebbe perché Stati che hanno attese più brevi hanno la stessa nostra sopravvivenza».


Vede anche dei rischi?
«I pericoli sono legati all’assunzione passiva di dati dalla tecnologia. E’ il problema della cosiddetta “black box”: gli algoritmi danno risposte ma non spiegazioni. Bisognerà lavorare sulla formazione dei medici. I più giovani possono trovarsi a loro agio con la tecnologia, ma non ci si potrà addestrare solo su questa: è necessario saper prima gestire i dati in modo autonomo. In ogni caso, i computer non sostituiranno i medici: ci sarà sempre bisogno di qualcuno che certifichi le risposte».


E rischi per i pazienti?
«L’intelligenza artificiale ci regalerà più tempo. Questo dovrà essere usato non solo per fare più esami, ma anche per curare il rapporto con i pazienti. Altrimenti si rivolgeranno ai computer, come spesso già succede con il “dottor Google” pensando di essere informati, la maggior parte delle volte male, andando ad affidare i loro esami a un algoritmo e ricevendo risposte non controllate. Il rischio è che si creino pazienti “fai da te” anche rispetto alle decisioni terapeutiche. Per questo tutto il processo dovrà essere compensato da un nuovo rapporto tra medico e paziente»

Ultimo aggiornamento: 12 Gennaio, 09:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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