Blitz dei baby bulli all'istituto Einaudi di Montebelluna. Gli studenti fanno entrare gli amici dalla porta di servizio, vanno nelle classi e offendono i prof

Mercoledì 27 Marzo 2024 di Laura Bon
Blitz dei baby bulli all'istituto Einaudi di Montebelluna. Gli studenti fanno entrare gli amici dalla porta di servizio, vanno nelle classi e offendono i prof

MONTEBELLUNA (TREVISO) - Hanno battuto a tappeto tutte le aule dell'ala ovest dell'istituto Einaudi di Montebelluna sbeffeggiando e offendendo i prof. E' accaduto nelle scorse settimane nella stessa scuola di Montebelluna frequentata da Christian, il sedicenne eroe che, assieme a degli amici, ha inseguito uno scippatore e lo ha costretto a restituire il portafogli a una prof derubata. Una dimostrazione di come il pianeta giovani non sia assolutamente classificabile e omologabile. «Un paio di ragazzi della scuola -spiega il dirigente scolastico dell'Einaudi Massimo Ballon- dall'interno ha aperto una porta di servizio ad altri due coetanei entrati dall'esterno. Questi hanno fatto irruzione in tutte le classi della zona ovest urlando contro i docenti, offendendoli e prendendoli in giro. Poi se ne sono andati». Una scena che indubbiamente ha rappresentato uno scherno assolutamente gratuito e immotivato, determinato probabilmente solo dalla voglia di trasgredire. «Da allora chiudo a chiave anche la presidenza -aggiunge il dirigente-. Ho cercato di esaminare con attenzione le telecamerine che ho fatto mettere per tener d'occhio la situazione. Uno di tali ragazzi ha delle scarpe verde fluo che ho notato anche allo Scarpa, l'altra scuola della città da me diretta». La sensazione, nella sostanza, è che gruppetti di alunni delle due scuole si siano uniti ed accordati nel gesto, tipico dei bulli. Un problema verso il quale la scuola si sta muovendo. «Stiamo facendo interventi in classe con due psicologi esperti per far emergere la consapevolezza in chi subisce, in maniera che possa denunciare, e le fragilità in chi compie gli atti. Verrà anche il professor Gianluca Gini del dipartimento di neuroscienze di Padova, il massimo esperto in Italia su bullismo e mobbing, per parlare con le famiglie e fare un incontro formativo con i docenti».

LE STRATEGIE

In vari ordini di scuole, peraltro, si studiano strategie contro il bullismo. Nelle stessa Montebelluna, ad esempio, la maestra di judo Firmina Piccolo, nel contesto di un progetto condiviso, ha portato tale sport alla scuola medie di Biadene proprio con l'obiettivo di aiutare i ragazzi più vivaci e magari problematici a canalizzare le proprie energie e indirizzarle nel modo migliore.

E non sono mancati risultati eccellenti, anche dal punto di vista sportivo.

E A CARBONERA

Il Comune di Carbonera con Alternativa Ambiente cooperativa sociale ha invece puntato sull'ambiente, per aumentare la responsabilizzazione e la motivazione di alcuni giovani del territorio recentemente resisi protagonisti di atti vandalici "per noia". «Questo progetto -spiega Federica Ortolan, sindaco di Carbonera- vuole essere una risposta tempestiva alle azioni vandaliche poste in essere da alcuni ragazzi, alcuni minorenni, a cui spesso manca la consapevolezza delle proprie azioni ed un impegno quotidiano, data la disaffezione all’ambito scolastico, sportivo o lavorativo che manifestano. Da qui l’idea di trovare un impegno costruttivo quotidiano. Un’opportunità per imparare e crescere in un contesto protetto ma pieno di stimoli positivi. Per costruire questo progetto ci siamo rivolto ad una realtà del nostro territorio, Alternativa Ambiente cooperativa sociale, che ha dimostrato negli anni la capacità di accogliere e seguire situazioni di fragilità, dando opportunità lavorative, che rappresentano un riscatto personale a 360 gradi, sia da punto di vista professionale/economico sia morale». In sostanza, il lavoro in mezzo al verde può aiutare non poco. «I nostri psicologi e operatori -spiega Marco Toffoli, presidente di Alternativa Ambiente, cooperativa sociale- hanno messo a punto all’inizio di marzo il progetto di massima. Nei nostri campi potranno anche collaborare con altre persone che hanno vissuto o stanno fronteggiando percorsi di riscatto, da persone con difficoltà cognitive da altre che si stanno adoperando per riparare ad errori o scelte di vita devianti. I giovani potranno così mettere in pratica il significato del “prendersi cura” e raggiungere risultati importanti». La reazione delle famiglie alla proposta è stata positiva.

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