Spari in classe, il vicepreside: «La prof lasciata sola? Mai. Basta falsità, questa non è una scuola buonista»

Parla Cesare Lamantea, braccio destro del dirigente dell'Istituto Viola : «Nessuno ha sminuito i fatti e subito vicini alla collega»

Martedì 4 Luglio 2023 di Nicoletta Canazza
Cesare Lamantea

ROVIGO - «Dire che la scuola non ha fatto nulla e che la professoressa è stata lasciata sola, non corrisponde al vero. Nessuno ha sminuito l’episodio, di per sé gravissimo, e subito sono stati presi provvedimenti riguardo ai responsabili, mentre solidarietà e vicinanza è stata espressa alla docente dai colleghi». A fronte del clamore suscitato dalla vicenda degli spari in classe alla prof di Scienze, la dirigenza scolastica dell’istituto rompe per la prima volta con il Gazzettino il riserbo mantenuto sulla vicenda per chiarire la posizione della scuola, auspicando di mettere la parola fine a una vicenda che ha avuto ripercussioni pesanti per studenti, famiglie e docenti. Lo fa attraverso Cesare Lamantea, vicepreside e docente di Lettere all’istituto Viola di Rovigo
Vicepreside, i fatti ormai sono noti: un gruppo di studenti ha sparato pallini di gomma contro la docente di Scienze durante la lezione.

Cosa replica alle affermazioni della professoressa Maria Cristina Finatti sul fatto che la scuola l’ha “lasciata sola”?
«Non possiamo essere d’accordo.

C’è stata da subito vicinanza e preoccupazione per le sue condizioni. La docente era uscita in lacrime dall’aula, sono stato chiamato dal personale che era nell’atrio e per sottrarla alla curiosità, l’ho accompagnata nel mio ufficio, presente un’applicata di segreteria. Mi sono sincerato più volte delle sue condizioni e se preferisse andare a casa, quindi l’ho accompagnata dalla dirigente scolastica. Nessuno dei colleghi ha minimizzato l’episodio, anzi, e nel consiglio di classe straordinario convocato subito, sono stati decisi i cinque giorni di sospensione. Le manifestazioni di vicinanza e interessamento si sono ripetute nei giorni seguenti. L’istituto ha circa 140 docenti sui 200 dei vari indirizzi e a quanto mi risulta la prof ha avuto contatti e telefonate con molti di loro».

Video


Quando ha saputo del video?

«Quando ormai era diventato virale, appena un giorno dopo. Ero stato il primo a entrare nella classe dopo i fatti e avevo espressamente detto di cancellare eventuali riprese fatte. Purtroppo era già tardi. Il video era già stato condiviso».
Come è stata valutata la decisione di attribuire ugualmente il 9 in condotta ai responsabili? 
«Non ero presente al consiglio di classe e quindi non mi esprimo sulle posizioni dei docenti, né sul rendimento o sulle valutazioni riguardo il percorso curriculare nonché rieducativo intrapreso dai responsabili del gesto, percorso comunque condiviso anche con il comitato studentesco. Forse sarebbe stata opportuna un po’ più di prudenza per evitare di dare un messaggio poco chiaro alle famiglie o all’esterno dell’istituto, come in effetti è avvenuto. Diversi genitori hanno contattato la scuola ed espresso perplessità sulle differenze di valutazione rispetto al voto in condotta più basso ricevuto dai propri figli frequentanti altre classi dello stesso istituto».


Ci sono stati voti in condotta più bassi di quelli attribuiti ai responsabili dell’episodio contro la prof?
«In altre classi sono stati dati senza problemi dei 7 e degli 8 in condotta conseguenti a note, assenze, richiami o altro maturati durante l’anno scolastico. Nel caso della classe in oggetto, i docenti hanno deciso di valutare il percorso di recupero fatto nel secondo quadrimestre, ma sottolineo, non siamo una scuola buonista. Il Viola è una scuola impegnativa che ogni anno ha anche un alto numero di bocciati. Chi lo sceglie pensando a un percorso scolastico più “facile” rispetto ad altri istituti deve ricredersi e in caso di difficoltà, la psicologa di istituto è a disposizione di studenti, docenti e genitori».


Il ministro Giuseppe Valditara ha affermato che l’umiliazione è un fattore fondamentale della crescita. Come avete vissuto il suo intervento e la richiesta di riesaminare il voto di condotta agli studenti? Richiesta che, di fatto, ha visto il consiglio abbassare il voto dal 9 iniziale a un 7 e da 8 a tre 6?
«Con la massima serenità per quanto il consiglio di classe aveva deciso nel primo scrutinio. La dirigente scolastica ha mantenuto uno stretto contatto con il ministero fin dall’inizio della vicenda e la disponibilità è stata massima sia prima che dopo, quando sono arrivati gli ispettori ed è stata presentata loro tutta la documentazione. Documentazione che è parte del fascicolo istruito per le indagini in corso».


La stretta richiesta dal ministro sul voto di condotta è stata valutata positivamente dall’80% di studenti e docenti in un sondaggio della rivista specializzata La Tecnica della scuola. Concorda sul maggior peso del voto in condotta nella valutazione generale?
«Va detto che nelle linee guida per le valutazioni in sede di scrutinio finale non è indicato nessun obbligo di media tra il voto del primo e del secondo quadrimestre. Il consiglio di classe ha proceduto correttamente. Sarebbe certo auspicabile anche un aggiornamento delle linee guida per la valutazioni finali. In una società dove i comportamenti non sono ritenuti fondamentali, è senz’altro utile riportare il centro del patto educativo sul concetto di responsabilità».


Come ha vissuto la scuola questi mesi di esposizione mediatica?
«La situazione è stata molto pesante. Non abbiamo minimizzato né taciuto, ma fin dall’inizio la linea è stata quella di non entrare nelle polemiche e del riserbo nel rispetto della privacy dei studenti interessati, dei docenti e delle famiglie. Una linea decisa dalla dirigente scolastica per evitare l’esposizione mediatica. A mesi dai fatti, però, è stato deciso di fornire una versione ufficiale per far scendere il sipario su una vicenda che a indagini ancora in corso, ormai presta il fianco a speculazioni. Per la serenità di tutti si spera che la vicenda si chiuda senza ulteriori puntate, precisando che in caso contrario, la scuola è pronta a prendere misure opportune per tutelarsi e per tutelare i propri studenti».


Si è parlato anche di bullismo in questa vicenda.
«È uno degli aspetti oggetto degli incontro tenuti in classe da esperti. Al di là dei diretti interessati, per cui continua il percorso rieducativo anche con attività extra scolastiche, posso dire che il clamore mediatico sta danneggiando soprattutto gli studenti delle classi superiori, ragazzi che si stanno approcciando al mondo del lavoro e che si vedono penalizzati dalla “fama” attribuita alla loro scuola. La loro giusta reazione di rabbia è stata uno degli aspetti su cui abbiamo dovuto lavorare anche con la psicologa di istituto e con il comitato studentesco. Ribadisco, il Viola ha progetti didattici di eccellenza per cui ha ricevuto diversi premi. Il prossimo a settembre, a Palazzo Balbi».


Come sono stati i rapporti con la professoressa Finatti in questi mesi? 
«All’insegna della normale collaborazione esistente tra docenti dello stesso istituto, che condividono attività e orari. C’è e c’è stata massima attenzione per la vicenda, la sua persona e la sua professionalità rispettando la sua decisione di tornare in classe subito dopo l’episodio, così come per l’avvicendamento in cattedra con il docente di potenziamento»

Ultimo aggiornamento: 16:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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