Carraro: «Pronti per la spa, non
deve finire come l’Antonveneta»

Lunedì 10 Agosto 2015 di Maurizio Crema
Carraro: «Pronti per la spa, non deve finire come l’Antonveneta»
«Siamo già intorno all’8% del capitale di Veneto Banca e contiamo di arrivare al 10% per settembre. Nell’assemblea per la trasformazione in spa contiamo di farci sentire: non vogliamo che la Popolare i Montebelluna faccia la stessa fine dell’Antonveneta, di Cassaverona o della Cattolica del Veneto». Diego Carraro, 65 anni, è un industriale. La sua Mecc-Alte di Creazzo (Vicenza) produce alternatori in tutto il mondo tra Italia, Inghilterra, India e Cina portando a casa 160 milioni di fatturato e dando lavoro a mille persone. Ma dalla nomina a presidente dell’associazione "Per Veneto Banca" ha in mano una grossa fetta del destino della Popolare con base nel Trevigiano e sportelli in mezz’Italia e anche nell’Europa dell’Est finita nell’occhio del ciclone.



Quanti soci siete in totale?

«Una quarantina. Ma altri arriveranno. Siamo azionisti importanti, stiamo dialogando con l’associazione dei piccoli azionisti di Giovanni Schiavon, anche se abbiamo ottiche diverse».

Teme uno scippo?

«Temiamo una fusione che porti i centri decisionali fuori dal Veneto: rivolgersi a Milano o a Montebelluna fa una bella differenza. Se ci dovrà essere un matrimonio con un altro istituto questo dovrà salvaguardare le origini, il territorio, i dipendenti».

Meglio il Banco Popolare o la Bper?

«In questo momento siamo solo un’associazione. Ma prima o poi la banca si trasformerà in spa, e a quel punto comanderà chi ha più capitale. E avremo le leve per poter valutare l’alleato migliore».

Con un pacchetto del 10% anche se dovesse arrivare Blackrock la maggioranza in cda dovrebbe essere vostra. Avete già preso contatto col presidente Francesco Favotto e l’attuale cda?

«Gli ho fatto solo una telefonata di cortesia e inviato il nostro statuto. Prima di Ferragosto ci riuniremo per decidere le prossime mosse e poi chiederemo un incontro col professor Favotto. Tra i nostri associati non ci sono comunque consiglieri attuali. Ed è inevitabile che con la spa il capitale conterà: siccome l’azionariato è frazionatissimo chi rappresenta il 10% dovrà essere presente. Anche se arrivasse Blackrock».

Pronti per un aumento di capitale?

«Non posso esprimermi per conto dei soci, il nostro è un patto di consultazione, ma non siamo vincolati da nessun accordo. Ma il clima è di grande collaborazione».



L’uscita di scena Consoli?

«Credo che fosse arrivato il suo tempo, forse doveva lasciare un anno fa con Trinca. È finita un’epoca gloriosa, Consoli è stato l’artefice di una cavalcata straordinaria, in questi vent’anni si sono fatti grandi cose e anche degli errori. Ora i tempi sono cambiati».



I rapporti con Banca d’Italia e Bce?

«Nei prossimi giorni ci sarà un incontro con la Banca d’Italia e contiamo di essere convocati dalla Bce, anche a loro abbiamo comunicato la nostra iniziativa».



La fusione con la Popolare di Zonin è archiviata?

«Anche questa opzione non è completamente da escludere, anche se ci sono di mezzo aumenti di capitale».
Ultimo aggiornamento: 11 Agosto, 08:02
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