Francesco Minotti: Mcc al servizio del Sud, il Fondo di garanzia aperto al Terzo settore e agli enti religiosi

L’ad: «Il Mezzogiorno resta centrale nella nostra strategia. Offriremo nuovi prodotti e un approccio innovativo al digitale in chiave strategica per seguire i bisogni dei nostri clienti: svolgiamo diverse attività a favore delle imprese per conto del Mimit da cui discendono sinergie»

Mercoledì 3 Aprile 2024 di Rosario Dimito
Francesco Minotti, ad del gruppo Mcc

Nel nuovo piano di Mcc 2024-2027, che lei, Francesco Minotti, ad, illustra per la prima volta a MoltoEconomia, ci sono sempre il Sud, nuovi prodotti, sviluppo delle attività agevolative e digitale. Quali sono i driver?


«Il Sud è alla base della mission che il legislatore ci ha affidato. Nuovi prodotti e un approccio innovativo al digitale sono strategici per seguire l’evoluzione dei tempi e i bisogni dei nostri clienti. MCC svolge diverse attività di tipo agevolativo a favore delle imprese per conto del MIMIT dalle quali possono discendere importanti sinergie per il tessuto produttivo al quale ci rivolgiamo. Accanto allo sviluppo dell’attività bancaria tradizionale e al rilancio di BdM Banca, il Piano vuole dare maggiore impulso per garantire un adeguato utilizzo degli strumenti sia agevolativi che incentivanti da parte delle imprese, che talvolta non hanno piena consapevolezza di tutte le opportunità».
Assieme al piano, avete varato il Funding Plan con raccolta di liquidità mediante bond unsecured, perché?
«Il Funding Plan accompagna il Piano Industriale al fine di assicurare adeguate fonti di raccolta a copertura dello sviluppo dei finanziamenti. In considerazione del nuovo contesto di mercato, il Funding Plan è stato sviluppato attuando un’appropriata strategia di funding mix diversificato, che prevede il ricorso a diversi strumenti a seconda delle diverse opportunità che si presenteranno: centrale sarà la raccolta diretta da clientela accanto a strumenti di mercato, come le emissioni di obbligazioni. Social e green bond saranno strumenti per la raccolta in arco piano».
Per quanto riguarda il rafforzamento patrimoniale quale è la posizione di capitale rispetto ai requisiti?
«Il Cet 1 al 31 dicembre era già oltre 300 bps rispetto al requisito regolamentare richiesto al prossimo 30 giugno. Il TCR poco al di sotto, ma siamo fiduciosi che già con la prossima trimestrale tutti i livelli potranno essere superati grazie alla positiva evoluzione dell’attività caratteristica. Alla luce delle sfide future, stiamo valutando ulteriori irrobustimenti della nostra dotazione patrimoniale per continuare a crescere nel supporto delle economie del Sud». 
L’azionista Invitalia, se serve, farà la sua parte?
«Invitalia è la capogruppo e agirà come tale».
È stata riconosciuta la centralità del Fondo di Garanzia a sostegno delle imprese, cosa prevede la riforma?
«Il Fondo è uno strumento strategico di politica economica per il nostro Paese. Ha consentito a tante imprese di attraversare una delle fasi più difficili dell’economia dell’ultimo secolo. Solo nel 2023 ha garantito finanziamenti per oltre 46 miliardi di euro. La riforma lo ha migliorato rispetto alla sua concezione prima del periodo pandemico, semplificando la struttura delle percentuali e dando più spinta alle esigenze di investimento. La percentuale di garanzia per le operazioni di investimento è rimasta invariata all’80%, mentre è diminuita quella per le operazioni di liquidità, che si attesta oggi tra il 55 e il 60% in base alla fascia di rating. Un’importante novità riguarda i potenziali beneficiari del Fondo, con l’inclusione delle small-mid cap, degli enti del Terzo Settore ed anche religiosi».
La ex Popolare di Bari (oggi BdM Banca) è tornata in utile. Come verrà rilanciata?
«BdM Banca ha chiuso il 2023 con un utile di 9,87 milioni di euro grazie al lavoro di tutte le colleghe e i colleghi, del Presidente Casillo e dell’AD Carrus. Per tutti noi è motivo di orgoglio e ci fa guardare al futuro con positività. Non vediamo tale risultato come un traguardo, ma come una tappa di un percorso strategico per il Gruppo che ha oggi la possibilità, grazie a BdM, di operare a 360°a supporto delle famiglie e delle imprese del Sud.
Quale è il razionale sul factoring rispetto al modello di business?
«Il factoring si affianca alla tradizionale attività di Mediocredito Centrale destinata al finanziamento degli investimenti delle PMI del Paese. Dalla sua partenza, è cresciuto costantemente. Nel 2023, il turnover complessivo è aumentato del 21% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un volume di circa 900 milioni di euro. Per questo motivo all’inizio dell’anno abbiamo deciso di ampliare la nostra Unità Operativa Factoring e di dare vita a MCC Factor, con l’obiettivo di creare sinergie con le altre banche del Gruppo e con eventuali soggetti terzi che vorranno collaborare con noi».
Quale ruolo intendete svolgere nel Mezzogiorno? 
«Come da statuto e da norma istitutiva, la nostra principale mission è quella di supportare le PMI, con un focus particolare sul Mezzogiorno. Il nostro obiettivo è diventare sempre più protagonisti del cosiddetto “Distretto finanziario del Sud”, collaborando con tutti i soggetti che operano in quei territori, sia di matrice pubblica che di matrice privata. Oggi possiamo contare su una presenza consolidata nel Centro Italia con Cassa di Risparmio di Orvieto e nel Mezzogiorno con BdM Banca».
Come opereranno le banche commerciali?
«Siamo convinti che il segreto del successo sia una forte focalizzazione. Lo scorso dicembre abbiamo accentrato nella Capogruppo le funzioni di direzione e controllo e concentrato, potenziandole, in BdM Banca e Cassa di Risparmio di Orvieto le rispettive funzioni commerciali. Così ognuno sarà focalizzato sulla propria attività core e le banche commerciali potranno dedicarsi al supporto ai propri territori e alla relazione con i propri stakeholder. Nell’ambito del piano ci saranno ulteriori passaggi in questa direzione che ci consentiranno di servire sempre meglio i nostri clienti». 
Cassa di Risparmio di Orvieto ha alcuni pretendenti, la vendete?
«I risultati degli ultimi anni hanno dimostrato come la Cassa sia una banca attiva e solida sul territorio. Nel 2023, per il terzo anno consecutivo, ha centrato gli obiettivi, triplicando l’utile netto rispetto al 2022. Oggi è parte integrante del Gruppo MCC».
Per diventare il “Distretto finanziario del Sud” è necessaria la crescita per linee esterne. Ora siete in data room per la Banca Sant’Angelo, farete un’offerta? 
«Non sono convinto si debba necessariamente procedere per vie esterne e il nostro è un piano focalizzato sulla crescita organica.

Allo stesso tempo, se si presentano delle occasioni è nostro dovere valutarle».

Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 08:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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