Papà adottivo bloccato in Russia
Il figlio in tv: «Mi ha picchiato»

Martedì 5 Aprile 2016 di Marco Agrusti
Odesio Manarin
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SAN QUIRINO - Odesio Manarin è spaventato, teme di passare per "il cattivo che picchia il bambino russo", attende di conoscere la data della prima udienza ed è stato anche separato dalla moglie, rimasta a Volgograd. Manarin si trova a Mosca, su indicazione del Consolato italiano, ma oggi dovrebbe tornare a Volgograd, dov'è accaduto il fatto che lo vede accusato di percosse (articolo 116 del codice penale russo) nei confronti del bambino di otto anni che stava per adottare definitivamente.

Ma teme per l'esito della vicenda. Perciò si sfoga: «Non posso immaginare cosa si inventeranno per colpirmi, per farmela pagare», dice riferendosi alle autorità russe. E ancora: «Mi fanno passare per un "carnefice" che picchia i bambini. Perché il caso ha voluto che sia stato visto da un generale russo importante. Uno che ha colto l'occasione per farsi pubblicità, "salvando" il bambino dall'italiano». Su Facebook, il comandante dei vigili urbani di San Quirino spiega poi anche come sono andati i fatti. «Non nego di aver dato due schiaffi a mio figlio - dice - ma le circostanze erano talmente gravi, che volevo rinsavisse dall'attacco isterico che lo aveva assalito dopo essersi buttato per terra nel mezzo della strada, al passaggio semaforico.

Per accusarmi hanno detto che aveva subito un trauma cranico con lesioni ai tessuti molli, mentre la risonanza magnetica chiesta dalla difesa non ha evidenziato alcun danno. Nessuna lesione ai tessuti molli. Ora stanno dicendo che lo maltrattavo e anche che lo molestavo perché la mattina veniva nel lettone in mezzo a noi».

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