Teolo. Madre e figlio, ventimila euro fatti a pezzi prima di morire con le esalazioni tossiche

Non si esclude il gesto estremo, il giallo delle banconote rese inservibili

Giovedì 23 Novembre 2023 di Serena De Salvador
Teolo. Madre e figlio, ventimila euro fatti a pezzi prima di morire con le esalazioni tossiche

TEOLO (PADOVA) - Riversi a terra in cucina, uno accanto all'altra, con indosso abiti da giorno. Esanimi e coperti di fuliggine. In casa alcuni stracci imbevuti di benzina e 20mila euro in banconote da 50 fatti a pezzi. Così sono stati trovati ieri mattina i corpi di Paolo Rampon, 60 anni, e dell'anziana madre Rosa Dalla Valle, 87, conosciuta come Maria. A stroncarli sarebbero state esalazioni tossiche legate a una combustione sprigionatesi nella loro abitazione al civico 18 di via Rialto a Teolo, nelle campagne ai piedi dei colli Euganei e a due passi dalla celebre abbazia di Praglia.
Se però è totalmente escluso l'intervento di terze persone, sulla vicenda restano tuttavia molti punti oscuri che carabinieri e tecnici dei vigili del fuoco dovranno chiarire.

A partire dalla causa e dai tempi delle due morti. Non si può del tutto escludere una perdita di gas (connessa a un'ipotetica deflagrazione che è però ancora da provare e che non ha provocato danni all'interno della casa), come pure un incendio senza fiamma che potrebbe essere connesso proprio agli stracci imbevuti di liquido infiammabile. Dunque resta al vaglio anche l'ipotesi di un gesto estremo, che potrebbe essere stato organizzato da madre e figlio e legato proprio alle banconote.


LA RICOSTRUZIONE
In casa si è sviluppato un principio di incendio, ma con combustione lenta, che non è stato notato dall'esterno nonostante il forte odore. E c'è poi il giallo delle esplosioni: i vicini giurano di aver sentito, alle 3.30 di ieri, «due botti, ma non particolarmente forti». Parte del tetto si è sollevata, eppure infissi, pareti e interni sarebbero intonsi. Mancavano pochi minuti alle 8 quando Nadia Cogno, che con il marito Mario vive nell'altra porzione di bifamiliare rispetto a quella delle vittime, ha sentito un forte odore in casa. È andata a chiamare Silvestru, che vive dall'altro lato rispetto alla casa di madre e figlio (dei quali è anche parente acquisito) e insieme hanno dato l'allarme. All'arrivo dei pompieri porte e finestre della villetta erano tutte chiuse dall'interno e non poca fatica è servita per entrare. Già sulla soglia al pianterreno però si è presentato l'orrore. Rosa giaceva a ridosso di una portafinestra, Paolo poco lontano. Inutile ogni tentativo di soccorrerli: erano già morti da alcune ore. Quante però è ancora difficile stabilirlo.
In casa nessun segno d'effrazione, ma quelli di un incendio. Non un incendio classico però. Niente fiamme, ma una combustione lenta. Cioè un modo di bruciare che genera calore erodendo lentamente superfici come carbone, legno, compensato, fibre naturali e sprigionando molto fumo.


LE IPOTESI
Rosa e Paolo sarebbero dunque stati uccisi dalle esalazioni causate dal rogo. Ma è possibile che quel rogo l'abbiano appiccato loro stessi o si è trattato di un tragico incidente? In casa non c'era alcun biglietto. Sul momento della morte per ora non v'è certezza: i rapporti delle vittime con vicini e parenti erano pressoché inesistenti e non c'è una testimonianza certa sull'ultimo avvistamento in vita. Qualcuno parla di un paio di giorni prima, mentre la vicina sostiene che martedì pomeriggio una finestra fosse aperta.
Tanti sono dunque gli interrogativi che richiedono una risposta. Quando sono morti madre e figlio? Può l'incendio essere partito accidentalmente e aver sprigionato fumo ed esalazioni senza che se ne accorgessero? O può esserci stata una fuga di gas? Le esplosioni di cui parlano i vicini ci sono state davvero? E se sì, cosa le ha causate, visto che alcune tegole sono sollevate ma tutti gli infissi sono integri?
Ricostruire le ultime ore delle vittime è difficile anche a causa della loro vita estremamente riservata. In casa non ricevevano mai nessuno, i rapporti con i vicini erano minimi, quelli con i parenti ancor più risicati. Rosa, casalinga per una vita, era rimasta vedova una ventina d'anni fa e con lei è sempre rimasto a vivere l'unico figlio, Paolo. Non era sposato e non aveva figli, né apparentemente relazioni stabili. Addirittura il suo impiego è un mistero per i vicini: diplomato geometra, a qualcuno aveva riferito di essere un rappresentante, ad altri di lavorare genericamente per dei locali.

Ultimo aggiornamento: 24 Novembre, 09:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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