Come salvarsi da una valanga: su YouTube sette clip con gli insegnamenti del Cai

Martedì 5 Dicembre 2023 di Marco Dibona
I soccorsi ad uno scialpinista travolto da una valanga

BELLUNO - Sette brevi filmati possono salvare vite umane. Sono le pillole video, realizzate dal Club alpino italiano, con una squadra di esperti della Commissione nazionale scuole di alpinismo, scialpinismo e arrampicata libera del Cai, coordinata dalla Scuola centrale di scialpinismo dello stesso sodalizio. Si possono guardare facilmente, sul canale Youtube del Cai. Contengono le buone pratiche per la pianificazione della gita, per il comportamento durante le escursioni, per le procedure da attuare in caso di valanga. 


IL CONSIGLIO
In questo caso, ammonisce il video: «Hai 18 minuti per salvare la vita di un disperso in valanga». Nei filmati, nelle parole degli istruttori Cai, c’è tanta prevenzione. È fondamentale pianificare bene la gita, nei giorni precedenti, ma anche in procinto di calzare scarponi e agganciare gli sci e le pelli. Alla partenza si devono prendere decisioni che possono essere fondamentali, basandosi sulle condizioni meteorologiche, sulle condizioni del terreno, sui partecipanti. Un forte vento nella notte precedente, o nella stessa mattinata, crea certamente accumuli instabili, assai pericolosi. Sono fondamentali l’intensità delle precipitazioni, il vento, le temperature: se fa molto caldo il manto nevoso rischia di essere instabile. Un video è dedicato allo strumento più importante che l’escursionista ha a disposizione: il bollettino neve e valanghe. I dati che contiene possono far capire se è il caso di andare, oppure no. Si può verificare se quel pendio ripido, che si pensava di affrontare, consente di uscire o meno. La scala del pericolo ha cinque livelli, riconosciuti in Europa. Le valanghe più pericolose non sono i grandi distacchi spontanei, ma sono le piccole valanghe, talvolta generate dal sovraccarico, causato da un gruppo di escursionisti, che può essere più o meno forte. 


LE ALTERNATIVE
Ci sono sempre almeno tre possibilità: confermare la gita programmata; attuare un secondo piano, in alternativa, più sicuro; rinunciare alla gita, anche se a malincuore. Tutti i partecipanti devono essere dotati dei trasmettitori elettronici Artva: prima di partire va verificato che funzionino e che siano attivati in trasmissione. Se il gruppo è molto numeroso, con tanti partecipanti, è meglio suddividerlo in piccoli gruppi, al massimo di cinque persone, e ogni gruppetto deve procedere a distanza dall’altro, almeno di un centinaio di metri, per non creare un sovraccarico eccessivo. Si passa infine all’ultima fase, alla necessità di intervenire, con le persone e i mezzi che si hanno a disposizione, prima che arrivino altri soccorritori, nei tempi consentiti dalle condizioni meteo. Il primo e più efficace soccorso lo devono mettere in pratica gli stessi escursionisti, non coinvolti dalla massa nevosa. «Autosoccorso in caso di valanga, significa mettere in campo tutti quei comportamenti che permettono di ridurre il rischio e aumentare le possibilità di successo delle operazioni di primo soccorso – dicono gli esperti Cai – messe in atto con l’uso dell’Artva, la fase del sondaggio e lo scavo». In particolare, è fondamentale indossare correttamente l’Artva, a contatto con il corpo, e riporre pala e sonda nello zaino in modo che siano facilmente estraibili. Nell’emergenza occorre calma e concentrazione; è necessario padroneggiare l’uso dell’Artva e della sonda per localizzare le persone sepolte.

L’efficienza durante la fase di autosoccorso aumenta le probabilità di successo. In particolare è vitale la ricerca del “primo segnale”: coinvolge l’uso di vista e udito per individuare indizi cruciali sulla superficie della valanga. Infine una considerazione basilare: i video nascono come utile indicazione di buone pratiche, ma non sostituiscono la preparazione e lo studio: conoscenza, competenza ed esperienza, con l’allenamento, sono elementi necessari e fondamentali. 

Ultimo aggiornamento: 17:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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