Autovelox di Cadoneghe, parla il figlio dell'ex comandante: «Le multe? Tutti sapevano, il sindaco era informato quotidianamente»

Chi parla è Andrea Moro, 29 anni, figlio dell'ex responsabile della Polizia locale, Giampietro, ora in pensione e attualmente in convalescenza

Domenica 7 Aprile 2024 di Lorena Levorato
L'autovelox

CADONEGHE (PADOVA) - «Il sindaco e tutta la giunta erano quotidianamente informati dell'iter per l'installazione e l'attivazione dei velox. Venivano informati ogni giorno anche sul numero di multe». Chi parla è Andrea Moro, 29 anni, figlio dell'ex responsabile della Polizia locale, Giampietro, ora in pensione e attualmente in convalescenza dopo il delicato intervento al cuore, che ha deciso di prestare la voce al padre per raccontare la sua versione dei fatti in merito alla vicenda degli autovelox sulla Sr 307 e sulle quasi 60mila multe elevate.

E nei giorni scorsi Andrea Moro ha incontrato i consiglieri di minoranza del gruppo Cadoneghe 2024, che hanno raccolto le sue dichiarazioni in un'intervista.

"Operazione verità"

«Gli abbiamo posto alcune domande - dicono i consiglieri - perché la verità non può essere dichiarata solo da chi alza di più la voce, ma va cercata raccogliendo le informazioni da tutti gli attori coinvolti. Sicuramente avremo una verità processuale, anche se non si sa quando, ma è forte il dubbio che qualcuno, per salvare sé stesso, non abbia esitato a scaricare responsabilità sugli esecutori». A febbraio il pubblico ministero Benedetto Roberti ha chiesto il rinvio a giudizio per l'ex responsabile Moro e l'agente Mattia Ferracin che devono rispondere di falso in atto pubblico, e per Moro c'è anche la tentata concussione. All'udienza del 4 marzo scorso Moro non si è presentato perchè ricoverato all'ospedale e il giudice ha disposto un rinvio di tre mesi. Alla domanda sulle attuali condizioni di salute del padre, Andrea Moro risponde che «mio padre è molto provato fisicamente, moralmente e psicologicamente e sta affrontando il lungo periodo di convalescenza dopo il grave infarto subito. Con il sindaco ha sempre avuto un ottimo rapporto, che andava oltre l'ambito lavorativo, tanto da essere invitato al suo matrimonio ad agosto del 2023. Mio padre si è sempre prodigato in questi anni per assolvere i suoi doveri e i suoi compiti, lavorando spesso 12 ore al giorno per sopperire alla mancanza di organico della Polizia locale di Cadoneghe».

L'installazione dell'autovelox

Entrando nel merito della vicenda dei velox, Moro precisa che «la loro installazione è stata voluta dal sindaco e dalla giunta, inserita nel Dup, approvata dal consiglio comunale, e oggetto di una corposa variazione di bilancio il 27 luglio 2023. Mio padre, quale dipendente in categoria C e senza alcun potere di rappresentanza esterna dell'ente, ha solamente eseguito quanto indicato dall'amministrazione, seguendo le procedure amministrative che a lui competevano, ed è quindi rimasto fortemente amareggiato del repentino cambio di atteggiamento del sindaco, che gli ha addossato ogni responsabilità». E su questo punto il figlio conferma quanto già suo padre ha dichiarato nel suo memoriale, ovvero che «il sindaco veniva informato quotidianamente sul numero di multe e tutta la giunta era consapevole che i velox erano stati attivati in modo definitivo il 23 giugno, alle 12. Anche quando era a casa o in vacanza mio padre era sempre in contatto costante con il sindaco». I consiglieri di "Cadoneghe 2024", hanno chiesto le ragioni del cambio di atteggiamento da parte del sindaco nei suoi confronti del padre. «Quando la protesta dei multati è esplosa - continua Andrea Moro - gli era stato chiesto di risolvere questa situazione spegnendo l'autovelox rimasto funzionante dopo il 9 agosto (cioè all'indomani dell'esplosione dolosa dell'altro velox, ndr) e di ricercare una non ben specificata autotutela. Compiti per cui mio padre non aveva né i poteri, considerando che si trovava in categoria C e privo di posizione organizzativa, né esistevano, a suo parere, i presupposti previsti dalla legge per poter soddisfare le richieste del sindaco. Quando la richiesta di spegnimento del velox è stata fatta per iscritto dal sindaco, mio padre ha eseguito l'ordine. Da quel momento nei suoi confronti l'atteggiamento del sindaco è completamente cambiato, venendo indicato come il solo responsabile di tutta questa vicenda». Moro, incalzato sull'Operazione verità del sindaco, dalla quale risulterebbe che sia stata volontà del padre quella di installare i velox, replica che «può un dipendente comunale senza posizione organizzativa scavalcare un'intera amministrazione? E come già detto, sindaco e giunta erano pienamente informati e aggiornati. Ora mio padre attende di conoscere le ragioni di illegittimità dal punto di vista amministrativo del procedimento di attivazione, che esulano dal procedimento penale in corso, e che si troverebbero alla base dell'annunciato annullamento delle multe. Annullamento che deve essere giustificato da un fondato interesse pubblico. Attende anche un provvedimento comunale che annulli le sanzioni, senza trincerarsi dietro la presentazione di un modulo dove è il multato che chiede l'annullamento della propria sanzione in base alla loro diversa tipologia». 

Ultimo aggiornamento: 10 Aprile, 08:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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