Cure con i monoclonali: trattati 200 pazienti Covid, 12 negli ultimi 7 giorni

Lunedì 6 Settembre 2021 di Elisa Fais
I laboratori di ricerca sugli anticorpi monoclonali

PADOVA -  Aumentano le richieste di anticorpi monoclonali: all’ospedale di Padova sono già state prese in cura 200 persone e 12 nuovi pazienti hanno avviato il ciclo nell’ultima settimana. È l’effetto delle decisione dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) che ha ampliato i criteri di utilizzo della cura effettuata con gli anticorpi monoclonali. Anche se i vaccini hanno contribuito a ridurre il numero di casi gravi di Covid e di morti, la ricerca per trovare nuovi farmaci non si arresta.

Lo conferma la direttrice di Malattie infettive, la dottoressa Annamaria Cattelan: «Fino a un mese fa l’approccio era più restrittivo, ma da quando l’Agenzia italiana del farmaco ha allargato le maglie sono aumentate le prescrizioni con i monoclonali. In via Giustiniani finora abbiamo curato 200 persone, ma il dato è in continua crescita. La terapia può essere utilizzata sui positivi sintomatici, maggiori di 12 anni, appena compaiono i primi sintomi di infezione.

L’arma più importante per prevenire il contagio rimane il vaccino, ma l’utilizzo della terapia monoclonale aiuta ad abbassare ulteriormente l’ospedalizzazione dei pazienti Covid».

L’ANDAMENTO

Con l’estensione della copertura vaccinale tra gli anziani, le dosi settimanali di monoclonali da maggio avevano subito un netto calo. Ma il trend si è invertito, solo nel mese di agosto in via Giustiniani sono stati trattati circa 50 pazienti. 
Dal 27 agosto al 2 settembre in Italia le prescrizioni sono state 564 contro 505 della settimana precedente. Sono 199 le strutture di 21 Regioni o Province autonome che hanno prescritto queste terapie finora, Padova sin dall’inizio ha fatto da capofila. Dall’inizio del monitoraggio, in numeri assoluti resta il Lazio, seguito dal Veneto. Sul totale regionale, Padova copre il 17%. 

QUALI PAZIENTI

«All’inizio gli anticorpi monoclonali erano indicati per pazienti con comorbilità, ad esempio con malattie cardiovascolari, con diabete, con leucemie e così via -precisa la dottoressa Cattelan-. Ora non siamo più vincolati ai fattori di rischio. Adesso è consentito il trattamento di ogni paziente, anche con 65 anni o più, indipendentemente dalla presenza di altre patologie. Il soggetto deve avere più di 12 anni ed essere a rischio di una progressione severa della malattia. La cura deve avvenire entro i dieci giorni dall’infezione e dalla comparsa dei sintomi. Il registro fa un’eccezione per i pazienti immunodepressi, per loro non c’è limite temporale». 

COME FUNZIONA

Gli anticorpi monoclonali prodotti in laboratorio agiscono bloccando l’eccessiva reazione immunitaria che spesso si sviluppa nei malati di Covid. La terapia viene somministrata mediante una infusione in endovena, questi anticorpi si comportano un po’ come un esercito di soldati. «Gli anticorpi monoclonali hanno dimostrato di essere molto efficaci nell’evitare l’aggravamento della malattia, anche nei casi più difficili – spiega l’esperta - Stiamo completando uno studio condotto tra il 18 marzo e l’11 maggio su 112 pazienti a rischio aggravamento. Con la terapia monoclonale nessuno è finito in rianimazione». Sono stati attivati contatti telefonici aperti alla cittadinanza per chiedere informazioni. 

LE SEDI

La terapia è eseguita in Ulss 6 Euganea e in Azienda Ospedaliera. È possibile rivolgersi al Centro di riferimento per i distretti socio-sanitari Alta Padovana e Padova Sud e al Centro di riferimento per i distretti socio-sanitari Padova Bacchiglione, Terme Colli e Padova Piovese. La seduta d’infusione dura un’ora.

Ultimo aggiornamento: 7 Settembre, 08:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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