Padova. Covid e pandemie al centro del forum sulla salute: «Con le nuove tecnologie più risorse contro i virus»

Ad aprire il convegno è stato il presidente della Regione, Luca Zaia

Giovedì 21 Marzo 2024 di Serena De Salvador
Il convegno

PADOVA - «È un sogno che si realizza: vedere il Veneto che diventa il centro del mondo della sanità, fulcro di discussione e incontro per le nuove frontiere della medicina e della tecnologia». Non ha nascosto l'orgoglio il governatore Luca Zaia nell'aprire ieri il World Health Forum, che fino a sabato riunirà a Padova oltre cento grandi nomi della medicina internazionale per fare il punto sulle nuove frontiere della salute da esplorare attraverso le tecnologie di ultima generazione e l'intelligenza artificiale. Un sogno che per Zaia passa dal grande obiettivo della sanità veneta: «Lunghezza e qualità della vita, ossia far vivere i nostri cittadini più a lungo e meglio». E ieri il centro dell'evento ha toccato un tema assai delicato per il Veneto: il Covid e il rischio pandemico. Sul palco personalità del calibro dei professori Giorgio Palù e Thomas Mertens, ma anche lo stesso Zaia si è soffermato sull'argomento.

Gestire le prossime pandemie

«È giusto lavorare ai nuovi piani pandemici (il Veneto ne coordina il tavolo nazionale, ndr) in cui le nuove tecnologie rappresentano una frontiera importante. Lo dice l'unica regione che con il Covid il suo lo aveva aggiornato - ha esordito Zaia -. Se oggi ci ritrovassimo in quella situazione potremmo contare su tecnologie essenziali per una gestione più puntuale dell'emergenza, come i modelli predittivi, il match di informazioni sulle casistiche cliniche, un mondo digitale più performante». A entrare nel vivo sono poi stati Palù (professore emerito di microbiologia e virologia all'Università di Padova e past president della European Society for Virology) e Mertens (presidente della commissione permanente sui vaccini del Koch Institute in Germania e professore emerito di virologia a Ulm). Il tema era come prevedere la prossima pandemia, che i luminari hanno definito più che probabile, se non inevitabile. «In Germania quel che più ci è mancato sono buoni dati, le nostre strutture non erano preparate ad averli e processarli in tempo reale - ha detto Mertens -.

Questo in futuro deve assolutamente cambiare». Palù ha sottolineato come i modelli predittivi potenziati con l'intelligenza artificiale potranno aiutare i decisori a fare scelte migliori rispetto alle strategie per contenere la diffusione del virus. Non possiamo predire quale sarà, ma «l'attuale situazione globale è molto favorevole a rendere dei patogeni pandemici» ha spiegato Mertens. Centrale sarà anche la dimensione europea, ha sottolineato Palù: «Dovremo costituire un'entità centrale, non è sufficiente la Hera di Bruxelles: ci vorrebbe un centro europeo dove gli specialisti possano discutere e siano in grado, appena emergesse una nuova pandemia, di stabilire la risposta più opportuna. In Italia l'hub antipandemico del Biotecnopolo di Siena, nato sulla carta tre anni fa, non è ancora attivo».

Intercettare finanziamenti

Zaia ha simbolicamente tagliato il nastro della manifestazione a Palazzo della Ragione, gioiello della città del Santo, alla presenza delle più alte cariche locali. E proprio di gioielli, i suoi gioielli, Zaia ha voluto parlare. «In Veneto abbiamo due eccellenti facoltà di Medicina: Verona e Padova, che la storia di questa disciplina l'ha scritta - ha spiegato -. La nostra sanità conta 64mila professionisti e 12mila medici che garantiscono 80 milioni di prestazioni sanitarie l'anno, vantiamo primati per moltissimi tipi di trapianti: eccoli i miei gioielli».
«Quest'idea nasce dalla volontà di mettere a sistema informazioni e conoscenze per guardare oltre l'orizzonte della sanità futura, in cui le nuove tecnologie avranno un ruolo essenziale - ha proseguito il governatore -. Pensiamo solo agli smartphone: abbiamo uno strumento che ci aiuterà sempre di più a monitorare i nostri paramenti sanitari e ci renderà parte attiva della sanità e della cura della salute. La Regione sta già finanziando progetti per abbinare le nuove tecnologie alla sanità, ma dobbiamo continuare a intercettare quanti più finanziamenti possibile. Possiamo vantare molte industrie farmaceutiche e biomedicali, ma guardiamo anche all'economia aerospaziale, che in Veneto vale 5 miliardi, e rappresenta un altro straordinario insieme di tecnologie che possono andare a vantaggio della salute comune». 

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