Ospedale all'avanguardia, nuovi strumenti per due milioni di euro e 5mila interventi l'anno: «Noi come New York»

Giovedì 7 Marzo 2024 di Nicoletta Cozza
Il nuovo angiografo

PADOVA - Due nuovi angiografi da oltre 2 milioni di euro in funzione da oggi, 7 marzo, identici a quelli dei migliori centri statunitensi. Poi, numeri record, come le quasi 5mila procedure micro invasive e 300 per la sostituzione delle valvole aortiche effettuate lo scorso anno, superiori a quelle della Cardiochirurgia. E l'attuazione nel 2023 del primo protocollo italiano per il trattamento trans catetere delle embolie polmonari acute e croniche, fino a qualche tempo letali per un paziente su due, mentre ora "l'aspirazione" o la "vaporizzazione" del trombo risulta spesso risolutiva.
Sono queste alcune delle peculiarità dell'Uosd Emodinamica e Cardiologia interventistica diretta dal professor Giuseppe Tarantini, centro hub e super hub per le coronaropatie e le malattie delle valvole cardiache, oltre che delle patologie strutturali o congenite dell'adulto.
Prendendo spunto dall'acquisizione con i fondi del Pnrr della coppia di apparecchiature, a fare il punto ieri sull'attività sono stati, oltre allo stesso Tarantini, il direttore generale dell'Azienda Ospedale-Università Giuseppe Dal Ben e Sabino Iliceto, che guida l'Uoc di Cardiologia.

I PARTICOLARI
I due angiografi vanno ad aggiungersi al terzo più "datato" che a verrà sostituito nell'ambito dell'ammodernamento della strumentazione della Uosd.
Nel 2023 nella struttura del Policlinico sono state erogate 4.905 prestazioni (2.800 i cateterismi diagnostici, 902 le angioplastiche coronariche e quasi 300 le valvole aortiche impiantate per via percutanea, cioè senza aprire il torace), con un incremento del 500% in 15 anni; a garantirle è un team di 31 persone con 6 medici, 14 infermieri, 6 tecnici, 4 oss e un addetto alla segreteria. La mortalità a 30 giorni è appena dell'1,4%.
In aggiunta l'Unità è sede della Scuola di specializzazione in Cardiologia e, grazie alla trasversalità interdisciplinare, è riferimento internazionale per Asia, India, Sud America e Giappone, oltre che centro europeo selezionato per interventi live a scopo educazionale: a questo proposito il 27 e 28 giugno si terrà il "Padua course for international cardiologists", di cui assieme a Tarantini sono responsabili scientifici gli altri specialisti dell'equipe Massimo Napodano, Chiara Fraccaro, Giulia Masiero, Luca Nai Fovino e Tommaso Fabris.

IL DIRETTORE
«L'acquisizione dei due angiografi, che mostrano sui monitor coronarie di 2 millimetri nelle dimensioni di una pizza ha spiegato Tarantini ci consente di continuare a essere ai massimi livelli, italiani e internazionali, nella cura di qualunque patologia cardiaca. Siamo cardiologi che fanno la parte "non invasiva" come tutti i colleghi, ma in più abbiamo quella interventistica che serve da un lato per confermare le diagnosi delle tac o degli eco che risultano dubbie, e quindi bisogna andare invasivamente a vedere in situ con l'inserimento di un cateterino dall'arteria del polso, e dall'altro di procedere con la terapia con minimo accesso, evitando di aprire lo sterno, senza anestesia generale: è la procedura che i pazienti prediligono perché garantisce di tornare rapidamente alla vita normale, con meno problemi di recupero».
«Siamo stati i primi ha aggiunto a sostituire la valvola aortica senza cicatrici e ad aver creato il percorso di cura dell'embolia polmonare acuta, per cui siamo riferimento in tutta Italia, utilizzando tecnologie all'avanguardia per asportare il trombo. E poi, usando un gergo automobilistico, non c'è "pezzo" che non possiamo cambiare: non esiste un solo dispositivo che a Padova, esattamente come a New York, non sia presente e possa essere utilizzato sul paziente. Senza contare la riduzione dei tempi: per una clip mitralica che ripara la valvola basta meno di un'ora, mentre altrove ce ne vogliono almeno tre».
 

Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 08:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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