Accoltellato a Padova. Schiamazzi e tonfi nell'appartamento dove è stato ferito il 26enne. I vicini: «Era la normalità, tante le segnalazioni di disturbo»

Sabato 13 Gennaio 2024 di Serena De Salvador
L'appartamento

PADOVA - La presenza dei carabinieri davanti al civico 83 di via Falloppio, accanto alla rotatoria che porta all'ingresso dell'ospedale, non è stata ieri un inedito per gli abitanti della palazzina. L'ambulanza, il furgone della stazione mobile e le tute bianche per i rilievi scientifici, i cronisti però no. Più volte i carabinieri e i vigili urbani erano intervenuti per rumori molesti e schiamazzi provenienti dall'appartamento in cui si è sfiorata la tragedia.

Un appartamento meta di un fitto via vai, che non passava inosservato, ma dove nessuno mai si sarebbe aspettato un episodio tanto grave.

L'EDIFICIO

L'accoltellamento è avvenuto al secondo piano, in un appartamentino dove da qualche anno si è stabilito il 21enne. L'alloggio è di proprietà della famiglia, prima ci viveva l'anziana nonna. L'intestataria, madre del 21enne, ieri mattina è stata convocata lì dai militari prima di apporre i sigilli. Un palazzetto per bene, abitato soprattutto da giovani: molti sono lavoratori e specializzandi del vicinissimo ospedale, altri studenti. Sono tutti in affitto, i volti lì dentro cambiano spesso. L'edificio ha diverse decadi sulle spalle, muri e solai sono sottili, così non è difficile sentire quel che accade negli altri appartamenti, sopratutto quando i toni si alzano.

LE TESTIMONIANZE

«Io abito qui da circa un anno e mezzo - racconta una ragazza -. Quando sono arrivata il ragazzo che abita al secondo piano (il 21enne, ndr) stava già qua. Lo conosco soltanto di vista, si vede che è parecchio giovane. Per quel che ho sempre visto io è molto gentile, per le scale saluta, ti lascia passare. Poi però so che ci sono stati un po' di guai in quella casa».
«Niente di grave, almeno che io sappia - prosegue -. Ma ci sono stati alcuni interventi delle forze dell'ordine. Schiamazzi, rumori fastidiosi nel cuore della notte, tonfi. Si sentivano bottiglie di vetro che cadevano sul pavimento. Cose così, non certo coltellate. E infatti se ho capito bene lui non c'entra nulla, era soltanto presente. Stanotte (ieri, ndr) ho sentito sì dei rumori, delle voci. Ma non grida di aiuto o cose simili, tanto che non mi sono allarmata. Era molto tardi ma non mi sembrava nulla di diverso rispetto a quello che già si era sentito tante altre volte lì dentro. Pensavo avesse organizzato una festa con qualche amico, una cosa così. Ho scoperto tutto solo la mattina, quando sono uscita e ho visto i carabinieri». I residenti sono ben consapevoli dei disagi, ma nessuno vuol dire una parola di troppo. Le porte si socchiudono il tanto che basta per vedere chi suona. «Qualche giro un po' strano c'era in effetti - racconta un'altra giovane lavoratrice della palazzina -. Si sentivano rumori, vociare, fino a notte fonda. Certe volte avrei anche giurato di aver sentito piangere un bambino, ma non so se il ragazzo abbia figli. Forse ha una fidanzata, una ragazza che vedo qui ogni tanto, anche se di persone ce n'erano spesso diverse. Poi per fortuna non ci sono mai stati episodi gravi, nulla a che vedere con quello che successo adesso. Io non ho sentito niente, anche perché ormai sono abituata a eventuali rumori, un po' come tutti. Mi sono però sorpresa perché da diverse settimane la situazione pareva essere nettamente migliorata e più tranquilla. Evidentemente così non era». 

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