Tagliate le liste di attesa in ospedale: recuperate 3.800 prestazioni

Lunedì 1 Gennaio 2024 di Daniela De Donà
I vertici della sanità a Belluno

BELLUNO - Si gira pagina, all'Ulss 1 Dolomiti, su un anno che, tirate le somme, ha messo in saccoccia tanti risultati dal segno più, specialmente nel raffronto con altre realtà, sia regionali che nazionali.

Lo dice già un dato sul personale: sono stati assegnati, infatti, ben 205 incarichi (tra dipartimenti, Uoc, Uosd, Uos e altissime professionalità): uno squadrone nuovo quello messo in pista dal direttore generale Giuseppe Dal Ben che ieri nell'incontro di fine anno - affiancato dalla direttrice sanitaria Maria Caterina De Marco, dalla direttrice amministrativa Rosanna Zatta, dal direttore dei Servizi sociali Gianpaolo Pecere, dal direttore del Servizio di prevenzione Sandro Cinguetti - ha fatto il punto. E poi le liste d'attesa: l'arretrato del periodo covid era stato smaltito già lo scorso anno, ma in questo 2023, come in tutta Italia, si dovevano fare i conti con l'aumento delle domande di prestazioni e meno medici. Eppure, con tanto lavoro (nel 2023 si contano 2,3 milioni di prestazioni) si sono rispettati i tempi per l'utenza.

LISTE D'ATTESA
C'è stato infatti un deciso passo in avanti sul fronte delle liste d'attesa: urgenze tutte rispettate. Azzerato, già a settembre, il "galleggiamento" delle prestazioni entro dieci giorni (le cosiddette B), e si è passati, per le prestazioni in D (entro 30 giorni) da 4783, a giugno 2023, a 994 a dicembre 2023 (meno 80% in sei mesi). Con una precisazione, a detta di De Marco e Dal Ben: «Il Veneto ha posto limiti di tempo dimezzati rispetto alla norma nazionale che ha, per prestazione D, un limite a 60 giorni» (in Veneto invece è a 30 giorni ndr). Due le criticità a cui si metterà mano, dopo aver già trovato la quadra per il Centro di Cusighe, Rsa con nuova gestione: «Ora va affrontato il tema della salute mentale, e rimane sul piatto il tema della questione medici e infermieri da attirare nella nostra Ulss»

GLI INVESTIMENTI
Poi gli altri numeri di questo 2023. I 378.145.882 milioni di euro di investimenti negli ultimi 7-8 anni (di cui poco meno di 16mila da Fondo Comuni di confine) destinati per lo più ad edilizia, ma pure ad attrezzature sanitarie. Nello specifico nel 2023 sono stati spesi 36,6 milioni di euro: 23 per edilizia, 2,2 per informatica, 1,3 per ambulanze, 1 per arredi, 9 per attrezzature sanitarie. A cominciare, per esempio, dal robot chirurgico su cui lavorano le due equipe del San Martino e del Santa Maria del Prato ("in nome dell'integrazione tra i due ospedali di Belluno e Feltre"). Le prestazioni mostrano, tra gennaio ed ottobre 2023 (scostamento pari periodo 2022) l'aumento del 4%. Incremento anche a proposito degli interventi chirurgici (+5%), dei ricoveri (+4%), degli accessi al Pronto Soccorso (+5%).

ULSS E SINDACATO
«Il 2023 è da considerarsi anno di riposizionamento, articolato e complesso», ha sintetizzato Dal Ben, ricordando la perdita di Maria Grazia Carraro, da marzo 2021 direttrice generale dell'Ulss 1 Dolomiti. A maggio, dopo un periodo di passaggio, è stato Dal Ben a prenderne il testimone, da subito concentrandosi sull'organizzazione dell'azienda: «Andavano stabilizzate le posizioni di governo, su questo ho agito da subito trovando la collaborazione con il mondo sindacale, nel rispetto dei ruoli abbiamo entrambi puntato, con personale motivato e strutturato, a offrire i migliori servizi alla gente». Soddisfazione anche per il tampone messo al problema della mancanza di medici di famiglia grazie alle novità in termini di benefit (6,20 euro/ anno per assistito) da collegarsi alla nuova mappa della provincia di Belluno con zone disagiate e zone disagiatissime (per queste contributo annuale aggiuntivo di 7mila euro al medico di base).

I CHILOMETRI
Assistenza domiciliare integrata e cure palliative rappresentano un punto di forza: vanno a sostegno, anche in nome della dignità, di ben 6000 persone. Tant'è che, conti alla mano, i chilometri percorsi in una provincia vasta come la nostra sono tanti: 740mila da chi si occupa di assistenza domiciliare e 240mila da chi porta sollievo con cure palliative.

 

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