Rifugista denunciato da uno youtuber: pretendeva di entrare senza prenotazione in periodo covid e lo accusò di minacce. Gestore assolto

Lunedì 15 Aprile 2024 di Olivia Bonetti
Rifugista denunciato da uno youtuber: pretendeva di entrare senza prenotazione in periodo covid e lo accusò di minacce. Gestore assolto

BELLUNO - «Vieni qui che ti servo a palettoni... se ti prendo ti ammazzo». Questa la frase incriminata che avrebbe pronunciato il 18 luglio 2021 Adriano Roncali, 54enne di Erto e Casso (Pordenone), storico rifugista di Casera Ditta al centro della Val Mesàth di Erto, sempre nel Pordenonese. È quanto sosteneva il noto youtuber ("curaticonstile" il canale), Ciro Antonio Francescutto, 52enne friulano, di Casarsa della Delizia, che all'epoca postò il video della presunta aggressione. Immagini parziali in cui erano stati omessi i minuti dell'asserita aggressione, perché, aveva spiegato, non aveva voluto filmare essendo sconvenienti.

La vicenda è finita di fronte al giudice di pace di Belluno, nell'aula di via Tasso, competente per quel territorio.

Il processo si è concluso venerdì con la sentenza di assoluzione per il rifugista. Il pm aveva chiesto la condanna a 9 mesi. Francescutto, affiancato dall'avvocato Virginia Cullari, aveva chiesto un risarcimento di 5mila euro più le spese legali. Il gestore, che si era affidato all'avvocato di fiducia Stefano Bettiol, è scoppiato in un pianto liberatorio alla pronuncia della sentenza da parte del giudice, che lo ha scagionato.

D'altronde questi sono stati anni duri per lui. A seguito della vicenda era partita una dura campagna sui social contro il gestore del rifugio Casera Ditta, con molte recensioni negative su tripadvisor (ma anche alcune positive).
Nel corso del processo sono stati sentiti i testimoni: la parte offesa ei compagni di passeggiata, oltre ad una teste presente all'accaduto, che ha di fatto smentito la ricostruzioni fatte dagli altri. La teste, chiamata dalla difesa come ulteriore mezzo di prova, ha escluso la minaccia e anzi ha parlato di un atteggiamento provocatorio dei tre avventori. A suo dire Roncali si era limitato, pur con toni da burbero, a far presente ai tre che non era possibile pranzare al rifugio senza prenotazione.

Erano presenti cartelli in tal senso in quanto era periodo di restrizioni Covid, era l'estate della ripartenza: in quel momento le regole erano prenotazione obbligatoria per il pernottamento e consigliata per i pasti. Il gestore ha parlato spiegando che, per un periodo dopo il fatto e la campagna sui social, ha avuto un notevole calo di avventori del rifugio, oltre ad un disagio personale. Nel processo è stato anche depositato il libro del rifugio, nel quale gli ospiti nel corso degli anni hanno lasciato apprezzamenti e riconosciuto ospitalità al gestore, di segno contrario rispetto a quanto si legge sul web.

Ultimo aggiornamento: 11:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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