Bravate sui bus per seguire la scia dei The Borderline, la nuova moda nel trevigiano che impazza sui social

Venerdì 23 Giugno 2023 di Maria Elena Pattaro
Bravate sui bus per seguire la scia dei The Borderline, la nuova moda nel trevigiano impazza sui social

TREVISO - Bravate a bordo dei bus per ottenere visibilità sui social: è la moda che dilaga (anche) nella Marca. «Vieni a fare cassino (sì con due esse, ndr) anche tu» è lo slogan di un profilo Instagram dedicato alle “prodezze” a bordo dei mezzi Mom. Proprio nei giorni in cui l’Italia intera piange la morte di Manuel, il bimbo di 5 anni morto sul colpo nell’incidente stradale provocato da cinque Youtubers. Vittima di un’assurda “impresa” da dare in pasto ai followers: “50 ore alla guida della Lamborghini”. Nella Marca l’ennesima follia a bordo di un autobus di linea è il lancio di petardi. Un gruppetto di ragazzini, probabilmente minorenni, pur di ottenere like non ha esitato a mettere a repentaglio l’incolumità di chi era a bordo del mezzo e di chi stava alle fermate scagliando petardi. Il video dell’autista che ferma il mezzo, partito da Montebelluna, e li redarguisce è diventato virale: 90mila visualizzazioni, prima di essere rimosso. Il fatto risale a metà aprile ma è emerso solo pochi giorni fa, quando l’autista si è imbattuto nel filmato che nel frattempo stava facendo il giro del web e ha presentato denuncia ai carabinieri. Ora i militari dell’Arma sono a caccia dei responsabili, proprio a partire dai profili social. I ragazzini rischiano una doppia denuncia: per trattamento illecito di dati personali legati alla diffusione del video del conducente e lancio di oggetti pericolosi.

Dal racconto del conducente, i quattro vandali erano seduti in fondo alla corriera. Prima hanno creato scompiglio, poi si sono messi a esplodere petardi gettandoli sia nel corridoio che dai finestrini, contro le persone in strada. 


IL FENOMENO
Un gesto estremamente pericoloso che avrebbe potuto innescare un incendio a bordo del mezzo. Solo pochi giorni fa, sempre a bordo di una corriera Mom, partita da Castelfranco e diretta a Jesolo, si era verificata l’ennesima aggressione verbale ai danni di un’autista: «Guida t****» le avevano gridato alcuni ragazzini dopo che lei aveva fermato più volte il mezzo per i loro comportamenti pericolosi. I bulli infatti si erano messi a saltare nello snodo del mezzo, il punto più delicato. La dipendente li aveva fatti scendere a un chilometro dalle spiagge, riuscendo comunque a portare a termine la corsa garantendo l’incolumità di tutti i passeggeri. 


LA PREOCCUPAZIONE
«La situazione è a dir poco preoccupante - commenta Antonio Ventura, segretario generale della Filt Cgil di Treviso, che segue appunto il settore dei trasporti -. Ci sono addirittura gruppi e profili social dove i ragazzi postano le loro bravate invitando altri a fare altrettanto». Una deriva pericolosa, secondo il sindacalista, che ricorda la sfida sui social finita in tragedia a Roma, dove il 14 giugno la folle impresa di cinque youtubers è finita in tragedia. La Lamborghini presa a noleggio per vincere la sfida di guidare per 50 ore di fila ha travolto la Smart uccidendo sul colpo Manuel, un bimbo di soli 5 anni. «Non è un problema soltanto di ordine pubblico - prosegue Ventura - ma anche educativo. Per questo durante gli incontri in Prefettura dei mesi scorsi avevamo proposto di intervenire anche con azioni educative: lezioni nelle scuole per sensibilizzare i ragazzi sui rischi legati a certe condotte, in modo da responsabilizzarli». Secondo il sindacalista bisogna intervenire su un doppio binario: repressivo e sociale-educativo. «Ben venga l’estensione del “panic button” a bordo dei mezzi per segnalare emergenze e pericoli, così come il potenziamento delle telecamere interne e le cabine chiuse per proteggere gli autisti dalle aggressioni. Ma queste misure, da sole, non bastano se non facciamo capire ai ragazzi che questi loro comportamenti sono sbagliati e pericolosi». Il tema, caldissimo, sarà al centro dei prossimi incontri tra l’azienda del trasporto pubblico e le rappresentanze sindacali. «Chiederemo più tutele, in termini di sicurezza e del benessere lavorativo degli autisti. Sono convinto che episodi come questi siano un deterrente nella scelta di fare questo lavoro - osserva Ventura -. È chiaro che se all’orario di lavoro impegnativo aggiungiamo anche il rischio di essere aggrediti o di dover fronteggiare comunque situazioni pericolose e spiacevoli, uno ci pensa dieci volte prima di fare l’autista». 

Ultimo aggiornamento: 24 Giugno, 10:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci