Bollette dell’acqua aumenti in vista: «Effetto inflazione». I rincari dal 2025

Venerdì 5 Aprile 2024 di Yvonne Toscani
Bollette dell’acqua aumenti in vista: «Effetto inflazione». I rincari dal 2025

BELLUNO - Aumento delle tariffe per il servizio idrico integrato bellunese.

Un incremento in bolletta che, con ogni probabilità e vista l’esperienza passata, si concretizzerà nel 2025. Con incidenza da definire, essendo al momento la questione ancora in una fase preliminare, ma la strada è ormai tracciata. I conguagli nell’anno corrente che, rappresenterebbero una novità, non sono tra le ipotesi da vagliare. Non sarà, comunque, solo il costo dell’acqua a lievitare, lo saranno anche gli investimenti che saliranno dai 260 milioni di euro, previsti fino al 2033, ai 330 milioni fino al 2035.


LA SEDE
Fortunatamente, non peserà invece sulle tasche degli utenti l’eventuale realizzazione della nuova sede di Gestione servizi pubblici, a Levego. I sindaci, presenti all’assemblea del Consiglio di bacino “Dolomiti Bellunesi”, tenutosi nel pomeriggio di ieri, nella sede di Belluno dell’Associazione nazionale degli alpini, ha infatti deciso che il costo di realizzazione della nuova “casa” di Gsp non debba essere a carico dei cittadini. Essa verrà, quindi, coperta con fondi del gestore monetizzati con la vendita delle partecipate.


IL QUADRO
«L’incremento delle tariffe – afferma il presidente del Consiglio di bacino, Camillo De Pellegrin – è generalizzato ed è previsto ovunque. A determinarlo sono stati due fattori: l’inflazione di due anni fa, con cui abbiamo avuto a che fare subito nel carrello della spesa, e la decisione dell'Autorità di regolazione per l'energia, reti e ambiente. Va quindi scontata un po’ di inflazione». Ora, in un’operazione complessa, dovranno essere effettuate delle ipotesi di aumento delle tariffe, considerando anche gli investimenti. Un panorama più delineato e chiaro non arriverà, comunque, prima di maggio. 


IL PIANO
L’incontro di ieri si è aperto con l’approvazione delle linee guida, valevoli per tutti i Comuni della provincia, per l’adozione delle misure di tutela sulle aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano e delle relative “schede”. Alla fine sono 435 i gruppi di sorgente bellunesi da tutelare. Un iter che dovrà essere definito entro il 2027 e per il quale si stanno effettuando studi idrogeologici. Dei 435 già 51 sono stati approvati e la documentazione è pronta per essere inoltrata in Regione. Random, sono coinvolte, in questa prima fase, tutte le zone. «Gsp – spiega il presidente – si sta occupando dell’aspetto pratico, con la misurazione, nell'arco temporale di un anno, di vari parametri, che successivamente il geologo studia e confronta per individuare il perimetro dell’area da tutelare. Ciò vale per tutto il Veneto, anche se le nostre sorgenti, spesso in quota, sono solitamente lontane dalle attività antropiche. Si tratta di una misura che salvaguarda ulteriormente la risorsa idrica». 


IL VOTO
La discussione sui vincoli, che la Regione ha chiesto di adottare, in applicazione di una legge 2019, per tutelare le sorgenti che alimentano gli acquedotti, era approdata in un’assemblea lo scorso anno. Ieri è ritornata per l’approvazione definitiva, in nome di un principio normativo che garantisce una maggiore sicurezza sulla qualità dell’acqua. La legge regionale fa proprie alcune direttive europee e chiede che venga effettuata una perimetrazione delle aree adiacenti a ogni sorgente. In Trentino, vicino alle sorgenti, già da tempo c’è scritto acqua “protetta”. 
L’assemblea ha poi dato il via libera all’aumento degli investimenti, con un proporzionale allargamento della tempistica di realizzazione di un biennio, fino al 2035. È stata, infine, portata una piccola revisione al Regolamento d’utenza, che recepisce alcune novità. 
 

Ultimo aggiornamento: 16:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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