Continuano ad arrivare bollette della luce e solleciti da migliaia di euro, ma l'utente è morta

Anche sette pagamenti richiesti in una sola volta dall'Enel per allacciamenti all'energia tutti riferiti a dei comuni lombardi

Domenica 7 Aprile 2024 di Antonella Lanfrit
Bollette

PORDENONE - Un percorso a ostacoli per non pagare fatture della luce intestate a una defunta pordenonese e riferite ad abitazioni che la stessa non aveva mai posseduto e in luoghi in cui non era mai stata in vita sua. Solo una denuncia alla Procura ha interrotto l'esigibilità delle bollette. È la disavventura che ha raccolto l'Adoc di Pordenone, l'Associazione per l'orientamento e la difesa dei consumatori, originatasi a un «furto di identità» i cui autori risultano ancora sconosciuti.

Bollette fantasma

«Tredici anni dopo la morte della madre, i figli hanno incominciato a ricevere numerose bollette dell'Enel, anche sette in una volta, per ben sei utenze domestiche che risultavano attivate dalla defunta in pochi mesi tra il 2022 e il 2023 in altrettanti comuni della Lombardia», ha ricostruito l'associazione. Si trattava di luoghi in cui la donna non solo non aveva mai abitato, ma non c'era neppure mai stata. «Eppure - si continua nella ricostruzione - a maggio 2023 gli eredi, non senza sconcerto, hanno incominciato a trovare nella cassetta della posta della casa che era appartenuta alla madre, fatture e solleciti per duemila euro».

Come si è risolta la vicenda

Si è trattato di un «caso emblematico di bollette fantasma - ha spiegato l'Adoc -, che è stato appena risolto attraverso le vie legali». Il percorso per arrivare alla soluzione del problema è stato però «ad ostacoli», perché si sono succeduti «reclami e raccomandate, invii e reinvii del certificato di morte della pordenonese e, infine, una denuncia in Procura per furto di identità». È stato questo atto, ha riassunto l'Adoc, a far «accogliere all'Enel la richiesta di annullamento delle fatture».

Ciò che resta ancora avvolto nel mistero, però, sono i nomi di coloro che hanno tentato di ottenere l'erogazione dell'energia elettrica attribuendone il costo ad altri.

L'altro caso: fattura da 4mila euro

Il punto è che, ha avvertito l'Adoc, il caso non è per nulla isolato. «A fronte di un caso conclusosi a lieto fine, ce n'è un altro in attesa di risoluzione», negli uffici dell'associazione a Pordenone, a testimoniare ulteriormente «quanto ci potrebbe capitare a nostra insaputa e anche le difficoltà che si incontrano nel rapportarsi con le aziende fornitrici», ha avvertito il sodalizio. Il caso che resta ancora aperto, riguarda una bolletta di 4.352 euro indirizzata a una persona di Cordenons, «cui il servizio elettrico nazionale contesta l'attivazione non autorizzata della fornitura di energia a partire dal 16 dicembre del 2021: data in cui non era ancora proprietario dell'abitazione indicata nella fattura». La persona che si è vista recapitare tale fattura, infatti, ha acquistato successivamente l'abitazione, come testimonia il rogito notarile, in seguito al quale ha sottoscritto il contratto di fornitura, che è tutt'ora in corso, con Edison.

La spiegazione

«Nonostante i reclami via Pec e la produzione di documentazione, il servizio elettrico nazionale non recede racconta ancora l'Adoc entrando nello specifico del caso e risponde sbagliando il nome dell'utente e anche il numero di Pod. Quando, poi, viene fatto notare che potrebbe trattarsi di uno scambio di persona, poiché il nome che cita è quello del vecchio proprietario dell'abitazione, il sistema elettrico nazionale si scusa, ma poi ripete l'errore e sollecita il pagamento al cittadino di Cordenons.

Il commento dell'Adoc

«Sembra un dialogo tra sordi», ha commentato l'Adoc. «E-distribuzione ha effettuato un sopralluogo effettuato per conto dell'erogatore dell'energia a luglio a casa del cordenonese» e, al termine della visita, ha scritto: «Non c'è stata alcuna manomissione dell'interruttore» e «il prelievo non autorizzato è determinato da un'anomalia alla bobina di sgancio dell'interruttore magnetotermico». Nonostante ciò, la bolletta fantasma non accenna a scomparire. Anzi, «si è materializzata un'ingiunzione pe conto di un'agenzia di recupero crediti». Perciò, conclude l'Adoc «non resterà che far entrare in campo l'ufficio legale».
 

Ultimo aggiornamento: 8 Aprile, 09:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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