Brexit, scelta troppo importante per affidarla ad un referendum

Domenica 26 Giugno 2016
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Caro direttore,
ho letto con attenzione l'articolo pubblicato il giorno 24 in cui si sostiene che il referendum tenutosi nel Regno Unito è stato un errore. La tesi era sostenuta dal considerare la maggior parte delle persone inidonee a valutare non avendo "ragionamento critico che scaturisce da una conoscenza approfondita della politica e della economia". Purtroppo da quando siamo in democrazia il popolo è sovrano e capisco che l'oligarchia intellettuale è molto più raffinata, ma cosi è. Alcuni pensano che la democrazia sia la peggiore delle dittature per il solo fatto che uno vale uno indipendentemente dalla cultura e dallo stato sociale ma, oggi, negli Stati Europei è con questo sistema che dobbiamo giudicare le cose. Il solo fatto che il Ministro delle finanze tedesco Schauble ed il Presidente della Commissione Europea Juncher abbiano il giorno prima della consultazione espresso il loro parere contrario all'uscita con toni che rasentavano le minacce, a parte le considerazioni di opportunità, mi hanno convinto che erano i loro interessi che stavano proteggendo. Per la Germania è chiaro, vedere che qualcuno non sottostà ai loro diktat è irritante, molto meglio prevaricare la Grecia imponendo regole impossibili. Concludo ricordando che i padri costituenti citati nell'articolo erano al loro posto per merito del Referendum istituzionale del 1946 e che la politica estera è tale fino a che non condiziona la vita dei cittadini.

La volpe, animale notoriamente molto sveglio, quando rimane presa con una zampa nella tagliola per recuperare la libertà si trappa la stessa a morsi senza esitazione. Forse i cittadini europei, sempre che ci siano realmente, si sono fatti volpi.


Emanuele Roversi


Caro lettore,
non credo sia del tutto giusto parlare di contrapposizione tra popolo ed elite. In democrazia i cittadini di qualsiasi censo e livello culturale possono partecipare alle scelte politiche e contribuire a decidere il futuro di un Paese dando il proprio voto a un partito piuttosto che a un altro. Il problema è un altro: possiamo essere d'accordo sulla pessima prova che finora questa Europa ha dato se. E anche delle grandi responsabilità che in questo senso ha la Germania. Ma una scelta così dirompente e complessa come l'uscita di una nazione dall'Europa, è opportuno affidarla a un semplice referendum? Cioè a un strumento pensato per chiamare il popolo ad esprimersi su tematiche specifiche e circoscritte? Personalmente credo che, data l'importanza della materia, una decisione di questo tipo, per le conseguenze che potrà avere, dovrebbe essere l'oggetto di una vera e propria campagna elettorale in cui i singoli partiti si assumono la responsabilità non solo di un si' o di un no ma anche della gestione delle conseguenze che tale scelta avrà sul Paese. Il voto britannico, giusto o sbagliato che lo voglia considerare, per le modalità in cui si è manifestato, appare invece un salto nel vuoto. Dalle conseguenze del tutto imprevedibili. E non solo per i sudditi di sua Maestà.
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