Lo scoppio di una gomma dietro la tragedia sul Flixbus. È questa una delle ipotesi che ha preso corpo dopo l'incidente avvenuto nella notte tra domenica e lunedì sull'A1, nel tratto tra Modena e Valsamoggia e costato la vita ad un 19enne di origini congolesi, studente all'università degli stranieri di Perugia.
Il 56enne è risultato negativo ai test per droga e alcol, viaggiava ad una velocità moderata, anche perché i bus dispongono di un limitatore. L'autista ha poi negato di aver avuto un colpo di sonno. Partito da Milano alle 22:45 per raggiungere, era alla guida da circa tre ore. Il cambio con il collega, il 58enne di Cassino rimasto gravemente ferito, sarebbe dovuto avvenire circa un'ora e mezza dopo l'incidente, all'altezza di Firenze.
Allora cosa è successo? L'autista ha raccontato al proprio legale - l'avvocato Giampiero Vellucci - di aver sentito una specie di sussulto che lo ha fatto sobbalzare e cadere dal posto di guida. Da per terra ha provato a riprendere il controllo del pullman, ma è stato tutto velocissimo, una frazione di secondi, e ogni tentativo è stato vano. L'unica cosa che è riuscito a fare è stato decelerare prima dello schianto contro le barriere protettive. Il bus viaggiava a circa 95 chilometri orari, l'impatto è avvenuto quando il mezzo andava ad una velocità leggermente inferiore.
Da cosa è stato provocato quel sussulto? Sulla carreggiata non sono stati trovati resti di animali o di altri ostacoli. Al momento l'ipotesi più credibile potrebbe essere quella dello scoppio di una gomma. Uno dei pneumatici è stato trovato fuori dal cerchione. Saranno gli accertamenti tecnici della polizia stradale a chiarirlo.
LA TESTIMONIANZA
Ma intanto questa ipotesi troverebbe conferma dal racconto dei passeggeri. Uno di loro, in tutto 46, era Giacomo Gilberto, finanziere del Gruppo Pronto Impiego Baschi Verdi di Roma. Per ora è la sua l'unica testimonianza resa pubblica. Il finanziere ha ricostruito i momenti di terrore. Lui, come gli altri passeggeri, era in dormiveglia, quando, poco dopo l'una e mezza, il bus è andato a schiantarsi. Il finanziere ha riferito di aver visto i vetri esplodere, mentre il mezzo procedeva inclinato per circa mezzo chilometro, inclinato da una parte, senza controllo. «Le ruote da una parte sono saltate, erano completamente piegate - ha raccontato il finanziere - Mentre il mezzo procedeva ho avuto la lucidità di dire a tutti di rimanere seduti, di coprirsi la testa e di abbassarsi perché non avevamo contezza di dove fossimo, potevamo anche stare dentro a un burrone».È stato il militare a gestire i primi momenti: «Appena si è fermato, ho invitato tutti a scendere in maniera ordinata per metterci in un'area di sosta». Purtroppo da subito si era capito che per il 19enne congolese non c'era nulla da fare: «Era incastrato tra le lamiere ed era praticamente decapitato, una scena terribile. Anche il secondo alla guida era incastrato ma respirava».