Carcere a vita per la belva di Gorgo:
ergastolo per l'ideatore del massacro

Sabato 7 Giugno 2014 di Paolo Calia e Annalisa Fregonese
Naim Stafa
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TREVISO - Sentenza confermata: Naim Stafa, albanese, 39 anni, ritenuto l'ideatore del massacro dei coniugi Lucia Comin e Guido Pelliciardi, è stato condannato in via definitiva all'ergastolo. È stata questa la decisione presa ieri dalla Corte di Cassazione che ha rigettato il ricorso presentato dall'avvocato difensore Sabrina Dei Rossi. Le motivazioni della sentenza verranno rese note nei prossimi giorni, ma la delusione dell'avvocato è evidente: «Non è il momento di fare commenti - dice - prima è bene leggere le carte. Certo che finiscono così sette anni di battaglia, anche se di definitivo non c'è mai niente. È un duro colpo perché lui, quella notte, non c'era. Difficile per una persona capire il perché di una sentenza così grave».



Secondo gli inquirenti Stafa, il 21 agosto 2007, avrebbe organizzato la rapina finita con il massacro dei coniugi Pelliciardi, custodi di villa Durante a Gorgo al Monticano. Per oltre un'ora - in un'escalation di ferocia e sevizie - Arthur Lleshi, morto suicida in carcere dopo aver confessato il massacro, si accanì sui coniugi Pelliciardi, con spietata follia, per costringerli a rivelare la combinazione di una cassaforte che però non conoscevano. A dare gli ordini a Lleshi, per gli inquirenti, fu Stafa che però non partecipò materialmente al massacro.



«È finita - è sollevato Daniele Pelliciardi, l'unico figlio della coppia uccisa - Ad ogni riapertura di processo era un altro affondo della lama nella ferita straziante causata dalla morte dei miei genitori. Finalmente la Cassazione ha confermato la pena. Non ci potranno essere altri ricorsi, posso voltare pagina una volta per tutte. Restare con il mio dolore, con il quale convivo da sette anni, condiviso con tutta la mia famiglia. Non oso pensare a come mi sarei sentito se la Cassazione avesse ribaltato tutto, annullando l'ergastolo. Cercavo di non pensarci venerdì mentre ero al lavoro, ma è stato difficile, il pensiero correva sempre là. Ci sono stati momenti in cui mi sembrava che tutto fosse perduto, che la giustizia non fosse giusta. Ma alla fine essa ha prevalso».







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