Tradisce il marito, poi lo denuncia per maltrattamenti. Era una scusa per divorziare. Assolto l'uomo: «Una liberazione»

Lunedì 22 Gennaio 2024 di Marina Mingarelli
Tradisce il marito, poi lo denuncia per maltrattamenti. Era una scusa per divorziare. Assolto l'uomo: «Una liberazione»

 «Questa sentenza rappresenta per me la fine di un incubo.

Per troppo tempo sono stato additato come un mostro, colui che maltrattava la moglie arrivando a commettere azioni ignobili nei suoi confronti. Alla fine però la verità è venuta a galla». Sono state queste le parole di un imprenditore di 40 anni, residente a Frosinone, che non appena ha udito il dispositivo del giudice si è lasciato andare ad un pianto liberatorio. La verità, a detta del suo difensore, Enrico Pavia, era stata celata dalla presunta vittima per poter ottenere una separazione con addebito ed un congruo risarcimento danni. Secondo gli elementi portati avanti dal legale di fiducia, la moglie del suo assistito aveva intrecciato una relazione con un altro uomo. «Fino a quando- ha sostenuto l’avvocato Pavia in udienza- nella vita della donna c’era soltanto il marito, i rapporti erano sempre stati sereni. Soltanto quando ha conosciuto un’altra persona, da cui in seguito avrà una figlia, la signora aveva iniziato a manifestare insofferenza per il coniuge e ad enfatizzare ogni piccolo screzio. Ma il giudice, in base agli elementi raccolti e alla lista testimoniale portata in aula, si è pronunciato per l’assoluzione. L’assenza di abitualità nella condotta ritenuta illecita ha fatto venir meno il reato». 


LA RICOSTRUZIONE


I fatti che hanno portato l’imprenditore alla sbarra risalgono al 2017, quando la moglie ha sporto denuncia presso la caserma dei carabinieri sostenendo che il marito l’aveva picchiata, impedendo sia a lei che alla figlia minore di uscire di casa. Questo il motivo che l’aveva poi indotta a recarsi dalle forze dell’ordine per presentare una querela. A detta della denunciante il marito, con la sua deprecabile condotta, la sottoponeva ad un regime di vessazioni fisiche e psicologiche che l’avevano portata ad avere un crollo nervoso. Quei suoi continui pedinamenti, e soprattutto le continue minacce l’avevano fatta sprofondare in uno stato depressivo. Una volta a detta della signora, dopo averla seguita fino a Roma le aveva chiesto insistentemente di avere rapporti sessuali con lui. A tal proposito, sempre secondo quanto riferito dalla moglie, il coniuge le aveva detto che poteva fare quello che voleva, purché avesse almeno due rapporti al mese. E siccome la donna aveva rifiutato quella richiesta l’aveva malmenata afferrandola per il collo e facendola sbattere contro un armadio. A seguito di tale condotta aveva riportato escoriazioni al collo ed uno stato ansioso reattivo. All’epoca dei fatti, aveva riferito in aula, era stata costretta a rifugiarsi a casa dei vicini. 
Un racconto che però non ha retto, perché l’avvocato Pavia ha dimostrato che la donna aveva una relazione extraconiugale e diceva di essere stata maltrattata dal marito non solo per porre fine al matrimonio, ma anche per ottenere la separazione “in danno”. Alla luce di quanto emerso, il giudice si è pronunciato per l’assoluzione. 
Marina Mingarelli 
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