Iran-Israele, rischio escalation: Teheran attaccherà di nuovo? La possibile risposta contro i siti nucleari (che gli Usa non vogliono)

«Se il regime israeliano commetterà un nuovo errore, la risposta sarà considerevolmente più dura», ha dichiarato l'ambasciatore iraniano Saed Iravani

Domenica 14 Aprile 2024 di Simone Pierini
L'Iran attaccherà di nuovo Israele? E quale potrebbe essere la risposta (che Biden non vuole)? Gli scenari

L'attacco in Israele «ha raggiunto tutti i suoi obiettivi», ha detto il capo delle forze armate iraniane.

Cosa significa? Secondo quanto riferito da Teheran all'indomani dell'offensiva «la questione può considerarsi chiusa così». Il rappresentante iraniano all'Onu ha intimato Israele a non rispondere al attacco diretto di droni e missili che definisce «giustificato e risposta obbligata al raid contro il consolato di Damasco». Questione chiusa davvero? Non proprio. A quelle parole sono infatte seguite nuove minacce. «Se il regime israeliano commetterà un nuovo errore, la risposta sarà considerevolmente più dura», ha dichiarato l'ambasciatore Saed Iravani.

Iran Israele, droni come missili da crociera: la nuova minaccia da Tel Aviv a Kiev

La posizione dell'Iran

«Pur esprimendo la propria adesione ai principi sanciti dall'Onu e dal diritto internazionale, l'Iran è determinato a difendere le proprie sovranità, integrità territoriale e interesse nazionale contro qualsiasi uso illegale della forza e dell 'aggressione», ha detto ancora nel suo messaggio il rappresentante di Teheran alle Nazioni Unite, citato dall'agenzia Irna. «Le misure difensive adottate dall'Iran - continua il messaggio - indicano il suo approccio responsabile alla pace e alla sicurezza regionale e internazionale, in un momento in cui il regime di apartheid di Israele continua a praticare atti illegali e di genocidio contro la Palestina, aggressioni militari ripetute contro stati vicini oltre a manovre foriere di guerra nella regione e oltre». Teheran, si aggiunge, «senza dubbio intraprenderà ulteriori misure difensive, se necessarie, per salvaguardare i propri legittimi interessi contro qualsiasi tipo di aggressione militare o di uso illegale della forza». 

 

L'articolo 51 

Secondo l'Iran l'attacco contro Israele «rientra nell 'esercizio del diritto di Teheran all'autodifesa, sancito nell'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, e in risposta alle ricorrenti aggressioni militari israeliane e in particolare dopo il raid del 1 aprile». «Purtroppo - si legge nella missiva - il Consiglio di sicurezza ha mancato al suo dovere di mantenere la pace e la sicurezza internazionale, consentendo al regime israeliano di oltrepassare le linee rosse e di violare i principi fondamentali del diritto internazionale». «Tali violazioni - continua la lettera - hanno esacerbato le tensioni nella regione e minacciato la pace e la sicurezza regionale e internazionale. Se il regime israeliano dovesse commettere nuovamente un'aggressione militare - afferma l'ambasciatore di Teheran - la risposta dell'Iran sarà sicuramente più forte e più risoluta». 

Missili ipersonici e Kheibar: ecco le armi usate dall'Iran nel raid contro Israele

«Ecco gli obiettivi raggiunti»

«L'operazione 'Promessa Onesta' è stata condotta con successo tra ieri sera e stamattina e ha raggiunto tutti i suoi obiettivi», ha dichiarato alla televisione il generale Mohammad Bagheri, il quale ha precisato che i due siti principalmente presi di mira sono stati «il centro di intelligence che ha fornito ai sionisti le informazioni necessarie» per l'attacco al consolato iraniano a Damasco del primo aprile, e «la base aerea di Novatim, da cui è decollato l'aereo F-35» che l'ha bombardata. «Questi due centri sono stati notevolmente danneggiati e messi fuori uso», ha dichiarato. «Non abbiamo intenzione di continuare questa operazione, ma se il regime sionista agisce contro la Repubblica islamica dell'Iran, sia sul nostro suolo che nei centri di nostra proprietà in Siria o altrove, la nostra prossima operazione sarà molto più dura di questa», ha avvertito l'alto ufficiale. Il generale Bagheri ha anche affermato che le autorità iraniane hanno «inviato un messaggio agli Stati Uniti avvertendoli che se collaboreranno con Israele in qualsiasi azione futura, le loro basi non saranno al sicuro».

La diplomazia di Biden

«Li abbiamo intercettati, li abbiamo respinti, insieme vinceremo». Scrive il premier israeliano Benyamin Netanyahu in un breve post su X dopo aver presieduto il gabinetto di guerra a Tel Aviv. E immediata è partita la diplomazia da Washington con Joe Biden intento a evitare una ulteriore escalation in Medio Oriente. Il presidente degli Stati Uniti ha intimato a Netanyahu di non rispondere. Biden ha espresso privatamente il timore che il premier israeliano stia cercando di trascinare di più gli Stati Uniti in un conflitto. Lo riporta la Nbc citando alcune fonti, secondo le quali c'è preoccupazione fra i funzionari americani sulla possibilità che Israele risponda rapidamente agli attacchi dell'Iran senza pensare alle potenziali conseguenze. Nei 25 minuti di telefonata tra i due il presidente Usa ha detto a Netanyahu che dovrebbe considerare la nottata una «vittoria» visto che, dalle prime valutazioni, l'attacco dell'Iran contro lo Stato ebraico non ha avuto successo. E gli Stati Uniti non sosterranno un eventuale contrattacco di Israele contro l'Iran. Biden ha spiegato a Netanyahu che gli Usa non parteciperanno a nessuna operazione offensiva contro Teheran e non sosterranno una tale operazione. Il premier israeliano, mette in evidenza Axios, avrebbe capito la posizione del presidente americano. 

La possibile risposta di Israele all'Iran

Tra gli obiettivi di Netanyahu, nel rispondere all'attacco, potrebbero esserci i siti nucleari iraniani. Il premier israeliano potrebbe decidere di reagire con forza all'offensiva di Teheran. Una mossa che tuttavia lo porterebbe a incrinare ulteriormente i rapporti con Washington, attuale alleato insieme alle forze che proprio stanotte hanno operato al suo fianco per respingere la pioggia di droni e missili. Proprio Daniel Hagari, portavoce delle forze israeliane, ha spiegato come Israele abbia operato «a stretto contatto con Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia», precisando che nella notte, durante gli attacchi iraniani, i tre Paesi «sono entrati in azione». «Questa partnership è sempre stata stretta ma questa notte si è manifestata in modo inusuale», ha aggiunto.

Ultimo aggiornamento: 13:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci