Alcol e droghe, dipartimenti salvi

Venerdì 1 Agosto 2014
TRIESTE - Nessuna abolizione in vista per i dipartimenti delle dipendenze da alcol, fumo, droga e gioco d'azzardo. A rassicurare ieri mattina la 3. Commissione del Consiglio regionale, presieduta da Franco Rotelli (Pd), è stato l'assessore alla Salute Maria Sandra Telesca chiamata in audizione (assieme al direttore centrale Adriano Marcolongo) sulla bozza di riforma del Sistema sanitario regionale.
Il testo definitivo sarà depositato entro Ferragosto per essere ufficialmente illustrato in Commissione il 27 agosto. Dopodiché spazio alle audizioni dal 2 al 4 settembre per tornare il 9 e 10 in Commissione.
A sollevare la questione della presunta cancellazione dei dipartimenti delle dipendenze è stato il grillino Andrea Ussai, «nel testo non c'è la parola dipartimento e questo può aver tratto in inganno – ha chiarito Telesca – li chiamiamo servizi ma la funzionalità è la stessa, semplicemente stanno all'interno di quell'organizzazione distrettuale che per noi è il perno della sanità territoriale».
L'assessore ha, inoltre, annunciato che a breve verrà siglato un pre-protocollo unico d'intesa tra la Regione e le Università di Udine e Trieste nell'ottica di una maggiore sinergia e rete di collegamento che persegua quella continuità di cura tra ospedale e territorio che permea tutta la riforma. «Le due Università – ha spiegato l'assessore – devono collaborare portando avanti finalità comuni e mettendo assieme le risorse».
Il protocollo definitivo dovrà recepire i contenuti fondanti della riforma che entrerà in vigore il primo gennaio 2015. Alla bozza di riforma (52 articoli) verranno effettuati dei correttivi «più di forma che di sostanza» tra cui la denominazione dell'Ente per la gestione accentrata dei servizi sanitari (acquisti di beni e servizi) che sarà braccio operativo della Direzione centrale e dell'assessorato. Gli unici contenuti che potrebbero intersecarsi con la riforma degli enti locali riguardano la conferenza dei sindaci e il vincolo della coincidenza dei distretti (che restano come sono) con gli ambiti socio sanitari.
Oggi, intanto, si terrà un incontro (incentrato anche sulla chiusura di una parte dei vecchi accordi regionali rimasti in sospeso) con i medici di famiglia che nel contesto della riforma rivestono un ruolo centrale. Le guardie mediche, è stato riferito, entreranno a pieno titolo nella medicina di famiglia. La Regione sta lavorando anche per colmare il gap legislativo riguardante l'apertura di attività private (case di cura piuttosto che di riposo).
Ad annunciare fuoco e fiamme («Le ghigliottine al Senato saranno cose da dilettanti») è stato il capogruppo di Forza Italia Riccardo Riccardi, tornando alla carica sulla tempistica delle riforme che la maggioranza intende licenziare entro fine anno: «Pretendiamo di avere il tempo per approfondire contenuti e contributi delle audizioni».
Sulla trasformazione delle Aziende ospedaliero-universitarie e territoriali (che «devono cooperare e non competere») di Udine e Trieste ha chiesto chiarimenti Valter Santarossa (Ar), «ci sarà un direttore a scavalco con funzione commissariale – ha detto Telesca – vista la riscrittura in atto dei protocolli». «Una riforma di tale portata – ha osservato invece Ussai – non può prescindere dal contributo dei cittadini». «I contenuti fanno la politica», ha rimarcato in chiusura l'assessore. «Dobbiamo riuscire a spostare il 5% di risorse dalla spesa ospedaliera a quella territoriale per fornire risposte a tutti quei cittadini che sono ben più numerosi di quelli affetti da problemi acuti».
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