Prima un bar, poi l'attività di famiglia

Martedì 3 Marzo 2015
Prima un bar, poi l'attività di famiglia
Stupore e sconcerto ad Arzerello e Arzergrande per la notizia dell'arresto di Stefano Sambin, che vive nella frazione di Piove di Sacco in via Montegrappa. È nel container accanto alla sua villetta che i carabinieri hanno trovato il pericoloso esplosivo che lui avrebbe estratto da ordigni della prima guerra mondiale, in particolare "proietti" da cannone. Il quarantunenne vive con la moglie e un figlio.
Lungo la strada, fino ad una ventina d'anni fa fiancheggiata da poche abitazioni rurali e soprattutto da terreni agricoli, sorgono ora parecchie villette, soprattutto singole, e qualche attività commerciale.
Gli abitanti delle case vicine hanno poca voglia di parlare di quanto accaduto a Stefano Sambin. La famiglia è conosciuta nella zona, persone tranquille dicono tutti. «Li ho trovati la scorsa estate al mare, in spiaggia, e ci siamo fermati a fare due chiacchiere», racconta una giovane donna. Le persone che lo conoscono sia ad Arzerello che nella vicina Arzergrande confermano che nulla dall'esterno lasciava presagire attività illecite.
La famiglia Sambin è nota a Piove di Sacco, ma più ancora ad Arzergrande, dove Vittorio, padre di Stefano, imprenditore edile e tra i fondatori della Liga Veneta, è stato a lungo consigliere comunale.
Stefano Sambin non si è mai interessato di politica e nel corso degli anni si è avventurato in più di una attività imprenditoriale: anni addietro aveva rilevato uno storico locale di Piove di Sacco, conosciuto come Bar Italia, ma la gestione non è stata particolarmente fortunata e dopo qualche tempo ha dovuto chiudere i battenti. Sambin si è allora dedicato all'edilizia, la tradizione di famiglia, ma anche in questo campo sembra che le cose non andassero particolarmente bene.

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