Cocaina dalla Colombia: banda tradita dal "cuoco"

Giovedì 2 Ottobre 2014
Seguendo lo smercio della cocaina importata dalla Colombia è stata sgominata un'altra organizzazione che aveva come boss un nomade e tra i suoi clienti anche due ex della Mala del Brenta. Sei le persone finite in carcere all'alba di ieri al termine di una indagine durata un anno. Tre quelle messe agli arresti domiciliari e altre sei quelle indagate a piede libero. L'operazione portata a termine dalla Squadra mobile è stata coordinata dal pubblico ministero Benedetto Roberti che a conclusione delle indagini ha ottenuto dal gip Cristina Cavaggion le misure cautelari. Dietro le sbarre sono finiti Antonio Maniero (solo omonimo di "Fiaccia d'angelo") detto "Toro di Vigorovea", 59 anni, residente a Piove di Sacco in via Verdi 39; Giuliano De Checchi detto "Stecco", 54 anni, residente a Camponogara (Venezia) in via don Michele 23; Stefano Lodovici detto "Busi", 41 anni, residente in via Vivaldi 10 a Camponogara (Venezia); Paolo Gianolli detto "Mestre" di 63 anni residente a Venezia in via Don Orione 31; Luca Marcato detto "Sinto", 43 anni residente, a Legnaro in via Bolzano 1; Vincenzo Pellegrino detto "Napoli", 34 anni, residente a Camponogara (Venezia) in via IV Novembre 37. Agli arresti domiciliari sono finiti invece Alessandro Prevedello detto "Capelli bianchi", 38 anni, residente a Santa Maria di Sala (Venezia) in via Rivale 17; Nicola Zampieri detto "Zanta", 47 anni, residente a Saonara in via XX Settembre 97/b e titolare del Tomaificio Emmezeta con sede a Stra (Venezia) in via Capeleo 34; Antonio Bastianello detto "Barbiere", 57 anni, residente a Brugine in via Moro 13.
L'indagine della Squadra mobile è cominciata un anno fa quando gli investigatori hanno appreso di un traffico internazionale di cocaina che dalla Colombia arrivava in Lombardia e in Veneto. Due erano i referenti con il Sudamerica: un pluripregiudicato che viveva nel Milanese e un cuoco cinquantenne, D.C., che lavorava ad Abano Terme. E proprio da quest'ultimo l'operazione è stata ribattezzata "Master chef". Mentre la Squadra mobile padovana stava indagando sul versante veneto, il cinquantenne milanese è stato arrestato nel corso di un'altra operazione coordinata in Lombardia dalla Direzione distrettuale antimafia. A quel punto il cuoco ha capito di essere anche lui nel mirino delle forze dell'ordine e si è defilato. Ma ormai gli investigatori padovani avevano già individuato due dei suoi principali clienti, ovvero Antonio Maniero e Giuliano De Checchi, facce ben note perchè ex esponenti della Mala del Brenta. Con il canale colombiano chiuso, i due hanno in fretta e furia trovato un nuovo punto di approvigionamento in Luca Marcato, sinto di Legnaro. Da lui acquistavano anche tre etti di cocaina alla settimana di ottima qualità che poi finiva nel mercato del Piovese e del Veneziano. Pedine minori, ma comunque in grado di muovere importanti quantitativi erano anche Lodovici, Gianolli, Pellegrino, Prevedello, Zampieri e Bastianello. La base operativa dove gli arrestati preparavano la droga da spacciare era a Piove di Sacco nella vecchia casa della madre di Antonio Maniero. Durante gli arresti di ieri mattina a casa di Alessandro Prevedello gli investigatori hanno ruceperato anche diverse presse che venivano utilizzate per il confezionamento della droga. Nell'abitazione di Stefano Lodovici sono stati posti sotto sequestro 150 grammi di cocaina. A casa di Paolo Gianolli sono stati rinvenuti 5mila euro in contanti e un rilevatore di microspie. Questo perchè il sodalizio era molto scrupoloso. I telefoni venivano utilizzati con la massima attenzione e le auto venivano periodicamente "bonificate" per contrastare eventuali attività delle forze dell'ordine.

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci