«Già strangolati dalla crisi, i cittadini non capiscono l'aiuto dato agli stranieri»

Martedì 4 Agosto 2015
(L.M.) «Siamo il bacino termale più grande d'Europa e siamo ovviamente contrari ad ospitare i profughi. Se dei siti si devono trovare, devono essere in luoghi dove non arrechino danno - esordisce Luca Claudio, sindaco di Abano - Bassa o Alta Padovana possono andare bene, perché si tratta di zone produttive non turistiche. Non va bene la nostra frazione di Giarre, anche perché, se accoglienza deve essere, bisogna che sia dignitosa. I profughi ospitati nei dintorni di Abano arrivano in città perché abbiamo due stazioni: non sono reclusi ma liberi di andare e venire, e preferirei non averli nel mio comune. Sono un sindaco di centrodestra, ma una tema così importante non può essere ridotto a lotte di sindaco contro sindaco, servirebbe una voce comune. Ci hanno detto che è un obbligo accoglierli, ma a questo punto deve essere un obbligo per tutti e deve esserlo tramite un decreto del governo. È difficile spiegare ai cittadini perché si aiutano i profughi e non si possono aiutare loro».
Tra i presenti alla riunione anche il sindaco di Veggiano, Anna Lazzaroni. «Anche se in Provincia sono componente di minoranza, ho ritenuto opportuno esserci - dice Lazzaroni, data per firmataria tra i sindaci che avrebbero disertato l'incontro - Anche se sono citata nel documento della Lega come assente devo precisare che non sono mai stata contattata».
«A Tribano non abbiamo profughi, sono venuto qui per ascoltare - spiega il sindaco Francesco Marega - In paese non abbiamo nemmeno un posto adatto per eventuali ospitalità. Stiamo soffrendo già molte criticità per la disoccupazione e la crisi. Ci sono famiglie con minori che hanno bisogno di essere aiutate e stiamo cercando di tamponare questi problemi. Tribano ha 4500 abitanti e devo affrontare 5-6 sfratti per morosità a causa della mancanza di lavoro». Contrario anche il sindaco di Teolo, Moreno Valdisolo: da qualche giorno è stata avanzata l'ipotesi di sistemare circa 200 immigrati nell'hotel termale Michelangelo chiuso dal 2008. «Ho avuto conferma che l'offerta esiste, la Prefettura la sta vagliando, mi è stato riferito, avendo cura di porre tutte le attenzioni possibili alla questione - afferma Valdisolo - Sono fiducioso perché la struttura manca di autorizzazioni fondamentali come quella dei vigili del fuoco sulla sicurezza, dei pozzi termali ed è priva di impianto elettrico, rubato dopo la chiusura. Quindi per metterla in funzione serve un investimento cospicuo. Una simile soluzione non tiene comunque conto che si tratta di un territorio termale turistico».

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